Di michele costa
Codice etico? Limitato. Crocetta lo riformuli in modo più efficace
di Michele Costa
Leggo che le dimissioni dellassessore regionale Patrizia Valenti sono state rigettate con la seguente motivazione:
Il reato è amministrativo e ha mostrato buona fede nella sua condotta e che il reato non è tra quelli inseriti nel codice deontologico ed etico della commissione Antimafia.
Non conosco nulla della vicenda e non ho alcuna ragione per dubitare della buona fede dellinteressata e quindi condividere, su tale presupposto, la decisione del Presidente della Regione, Rosario Crocetta.
Non è esatta invece la definizione di reato amministrativo; quella esatta è reato contro la pubblica amministrazione. Unipotesi che sanziona un comportamento, a mio avviso, altamente significativo in quando è uno di quei comportamenti a mezzo dei quali si costruisce la rete di sudditanza e clientelismo che è il vero terreno di coltura della mafia.
E, infatti, quel comportamento a mezzo del quale il funzionario o amministratore pubblico costringe il cittadino a far ricorso al protettore politico o, spesso, mafioso. (a sinistra, foto tratta da pinopalmieri.it)
Che poi lo stesso o, peggio ancora, quello sancito dallart. 388 codice penale non siano contemplati dal codice etico dimostra esclusivamente i limiti dello stesso. La questione è evidentemente solo di principio in quanto laccertata buona fede dellassessore Valenti legittima pienamente e da sola la decisione del Presidente.
La constatazione dei limiti del citato codice etico, mi auguro, induca il Presidente ad una sua nuova formulazione meno declamatoria e più efficace.