Le fiamme gialle hanno individuato e fermato un gruppo criminale che si è occupato, almeno per due anni, di importare la polvere bianca dalla Repubblica Dominicana per fornire le piazze etnee. Sequestrati anche un immobile e un panificio che, secondo gli investigatori, sarebbero stati acquistati con i ricavi del business illecito
Cocaina, un cartello tra Santo Domingo e Catania Viaggi da Fontanarossa anche per clan dei Nizza
Cocaina purissima dalla Repubblica Dominicana, passando per gli aeroporti di Catania e Palermo, arrivava in fine sulle strade dei quartieri etnei. Un traffico internazionale di grosso calibro, smantellato in questi giorni dalla guardia di finanza che, sotto delega della procura, ha individuato e fermato un’associazione italo–dominicana dedita all’import-export della polvere bianca. A finire in manette sono Giuseppe Galati, Patria Batista Melendez detta Erika, Francesco Di Prima detto Frasciame e Stefano Borgese, per i quali è stato disposta la detenzione in carcere, e Massimiliano La Piana e Renato Dario Gravagna, ai quali è stata applicato l’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria. Nell’ambito dello stesso provvedimento è stato anche sequestrato un immobile a Catania, del valore di 128 mila euro e un panificio in via Stradale Cravone. Entrambe le strutture, secondo gli investigatori, sarebbero state acquistate con i profitti realizzati dal traffico di stupefacenti.
Le indagini sono partite all’indomani dell’arresto di Giuseppe Galati, definito «promotore e organizzatore del sodalizio criminale», avvenuto nell’ottobre del 2014 all’aeroporto di Fontanarossa per la detenzione e l’importazione di 800 grammi di cocaina dalla Repubblica Dominicana. Una volta fermato il leader, il gruppo ha comunque continuato il business grazie alla moglie, Erika Melendez. Secondo le fiamme gialle, la donna tesseva le relazioni commerciali con i fornitori dominicani e prendeva contatti con un cittadino dominicano, ancora non identificato, e chiamato da tutti col nome di Compadre.
L’associazione si avvaleva inoltre dei corrieri Francesco Di Prima e Stefano Borghese. Il primo risultava aver partecipato, tra l’altro, anche all’importazione dello stupefacente che ha portato all’arresto di Galati, mentre il secondo è stato arrestato in flagranza di reato all’aeroporto di Palermo nel novembre 2015 per il possesso di 825 grammi di cocaina purissima proveniente da Santo Domingo e nascosta all’interno di deodoranti e prodotti per la cura del corpo. Nonostante le diverse operazioni di polizia, i finanzieri hanno ricostruito che il gruppo sarebbe stato operativo fino al febbraio 2016. Ma non solo. Da ulteriori approfondimenti si è capito che Galati e Di Prima effettuavano viaggi verso Santo Domingo per l’acquisto di droga per conto del clan mafioso dei Nizza.