Club privato o Università?

Sembrava di provare ad entrare in un club privato per una sfilata di moda (considerata quella del “corteo storico” dei rappresentanti delle
Facoltà e del Senato Accademico) invece ci si accingeva ad un luogo pubblico. Questa è una delle impressioni che, chi ha assistito sabato 19 mattina all’inaugurazione dell’anno accademico 2004/2005 svoltosi nell’Aula Magna del Monastero dei Benedettini a Catania, ha avuto.

E’ proprio così. Bisognava essere muniti di pass o invito per poter entrare e si veniva respinti da un rappresentante delle forze dell’ordine se in mancanza di esso.
Ci si chiede se ad un evento che riguarda in maggior modo gli studenti e le studentesse dell’Ateneo non si possa partecipare o assistere relegati in una stanzetta tramite dei televisori.
A tal punto, si poteva trasmettere in diretta televisiva grazie a qualche emittente locale e ci si restava comodamente a casa e, forse, senza malumori. 

Ma non finisce qui. Infatti, c’è chi entrava, come si usa fare frequentemente nei locali privati, grazie alla raccomandazioni, alle amicizie o perchè si rappresentava una pseudofigura istituzionale o accademica.
Ovviamente non potevano mancare i vari politici e politicanti che venuti soltanto per farsi riprendere dalle telecamere dei vari telegiornali e poi, dopo il discorso del Magnifico Rettore, sono scappati via come se non ci fossero mai stati, a dimostranza dell’interesse per il mondo universitario da parte della politica.

Va bene, forse era sabato mattina e molti studenti fuori-sede non si trovano a Catania e quindi non potevano venire; forse con lo stato di agitazione che c’è in questi giorni da parte del personale tecnico-amministrativo e dei ricercatori, anche i giovani studenti hanno voluto essere solidali nei loro confronti e quindi non si sono fatti vedere; forse si potrà essere svogliati o disinteressati a ciò che succede nel mondo universitario pur facendone parte, ma tutto questo non implica il fatto che bisogna avere un invito per poter partecipare ad una cerimonia che riguarda in primo luogo i ragazzi frequentanti l’Università.
Durante la cerimonia d’inaugurazione si è tanto parlato del ruolo principale e fondamentale degli studenti dell’Ateneo catanese ma ciò che è successo invita giovani e meno giovani a riflettere.

570 anni son passati dalla fondazione dell’Ateneo, ma quella che dovrebbe essere la culla della cultura e della conoscenza “comune”, come si era pure ribadito sabato mattina, sembra ancora arenato in vecchie mentalità fatte di clientelismo élitario che i giovani vorrebbero vedere cambiate.

Mario Grasso

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