Cittadella giudiziaria, Tar respinge ricorso su appalto Tribunale: «Ritenuto prevalente l’interesse pubblico»

«Nella presente sede cautelare deve essere ritenuto prevalente l’interesse pubblico sotteso all’esigenza del soggetto aggiudicatore alla celere prosecuzione delle procedure». È con queste parole che il Tar di Catania ha rigettato la richiesta di sospensiva della gara per l’affidamento dei lavori di costruzione dei nuovi uffici giudiziari di viale Africa. Ad aggiudicarsi l’appalto da circa 40 milioni di euro è stata l’impresa Ingegneria Costruzioni Colombrita, ma il contratto con il Genio civile – e dunque la Regione – non è stato ancora firmato per via di un ricorso al tribunale amministrativo. A contestare l’esito è stato il consorzio Acreide, sottoponendo ai giudici una serie di rilievi che vanno dal presunto mancato possesso da parte di Ingegneria Costruzioni Colombrita dei requisiti per partecipare ai punteggi, attributi dalla commissione giudicatrice, alle migliorie tecniche presentate dalla società vincitrice.

Il Tar, però, al momento si è soffermato sulla valutazione dell’esistenza degli elementi per accogliere la domanda cautelare da parte di Acreide. Il responso è stato negativo. «Non viene allegato dalla parte ricorrente un pregiudizio grave e irreparabile», si legge nell’ordinanza pubblicata questa mattina dal tribunale amministrativo, presieduto dalla giudice Agnese Anna Barone. Per la discussione nel merito del ricorso è stata fissata un’udienza per il prossimo 19 ottobre. Il pronunciamento dà di fatto la possibilità al Genio civile di andare avanti con l’iter di apertura del cantiere. «Speriamo di poter firmare presto il contratto e avviare i lavori. Noi saremmo pronti», è il commento che arriva dalla Ingegneria Costruzioni Colombrita.

Il progetto per la nuova cittadella giudiziaria è stato accompagnato da diverse polemiche per l’individuazione del luogo dove i nuovi uffici sorgeranno. Sono stati diversi i soggetti, tra cui Legambiente, ad avere chiesto alla Regione di cambiare, con l’obiettivo di evitare nuove cementificazioni in città ma anche di tutelare l’unico sbocco sul mare – recuperato grazie alla demolizione dell’ex palazzo delle Poste – che si trova in viale Africa. Altro tipo di polemica si è registrato invece a fine 2021, quando il Genio civile pubblicò il bando di gara ritardando la condivisione dei documenti progettuali e concedendo alle imprese una ventina di giorni per presentare le offerte. Un termine che poi fu prorogato di un mese, in seguito a un articolo di MeridioNews e nonostante in un primo momento la Regione Siciliana avesse difeso il calendario.

Simone Olivelli

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