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Per Danilo, per ogni studente e cittadino, perché il suo sacrificio non debba più ripetersi». «Oggi Danilo non sarebbe pianto dai propri cari, se ci fosse stato un attraversamento sicuro». Sono i commenti di Luisa e Luca, due dei quasi cinquemila firmatari della petizione apparsa su Change.org in seguito alla morte di Danilo Di Majo, studente della facoltà di Medicina di Catania. Lanciato dagli studenti del polo B, l’appello è indirizzato al sindaco Enzo Bianco, e chiede la messa in sicurezza dell’attraversamento pedonale in viale Andrea Doria.
Danilo, 25 anni, originario di
Enna, è morto il 29 luglio travolto da un pirata della strada. Oggi gli studenti chiedono giustizia. «Perché quanto accaduto non deve passare inosservato». A dirlo è Alessandra Di Nora, studentessa della facoltà di medicina e autrice di una toccante testimonianza riportata online sul portale Parlamente. A MeridioNews racconta le motivazioni dietro la petizione: «Nasce dall’esigenza di esprimere tutto il nostro dolore, con l’auspicio che qualcosa possa cambiare. Non vogliamo rischiare – prosegue – di piangere la sua morte e poi assistere alla tragedia di Danilo sprofondare nel dimenticatoio». L’appello ha raggiunto in meno di 24 ore migliaia di firme e di adesioni. «Cerchiamo l’appoggio del rettore e del corpo docenti, per dare alla vicenda quanta più risonanza possibile e per salvare in futuro altre vite», continua la studentessa.
L’attraversamento pedonale all’ingresso della cittadella universitaria, trafficato da
centinaia di studenti e cittadini, secondo molte testimonianze è «estremamente pericoloso». Giovanni, studente di Infermieristica, spiega: «I veicoli non si fermano mai al semaforo, ma si limitano a stento a rallentare. Indipendentemente dal semaforo, riprendono a sfrecciare ad alta velocità a volte senza curarsi dei pedoni». Della stessa opinione Giacomo, studente di Medicina, che racconta: «Il problema di base, ai semafori, è che non si ferma nessuno. Non è una novità, ma un’usanza tutta catanese. Deve esserci una fila di macchine prima che qualcuno si fermi». Sempre Alessandra, infine, chiarisce la questione: «Attraversare in quel tratto di strada significa rischiare costantemente la propria incolumità. Nessuno rispetta le regole e nessuno vigila. Danilo non è morto solamente per colpa di un pirata della strada. È stato investito anche perché non esiste più un ponte pedonale, che avrebbe probabilmente evitato questa tragedia».
Il gruppo di colleghi riunito per la petizione ha preso il nome informale di
Forza Danilo!, e conta di proseguire nelle sue attività. «Siamo in contatto con i ragazzi di Ioguidaebasta, nata lo scorso anno in seguito alla morte di Ornella Condorelli (rimasta vittima di un incidente stradale e scomparsa esattamente un anno prima di Danilo Di Majo, ndr). Siamo ancora spaesati per via della perdita, ma avremo modo di collaborare». La petizione ha, come fine ultimo, la messa in sicurezza del tratto di strada interessato tramite l’installazione di autovelox e dispositivi rallentatori di velocità. «La tragedia di Danilo è un’ingiustizia ma non è l’unica, quello che temiamo è che rimanga solo il ricordo di una vittima innocente. Se esistono dei modi per reagire a questa perdita, noi ci impegneremo a trasformare la rabbia in qualcosa di positivo. Magari dedicando un ponte proprio a Danilo, che racconti la sua storia», conclude la giovane.
Alla fine erano più o meno cinquemila le persone che si sono unite al corteo…
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