Sul sito dell'associazione Casa Memoria Felicia e Peppino Impastato sono state pubblicate le foto della discarica insieme all'accusa di inerzia rivolta ai «cittadini di 'Mafiopoli' e 'Porciopoli' che continuano a deturpare il territorio»
Cinisi, discarica accanto alla pizzeria Impastato Fratello attivista ucciso: «Se continua così chiudo»
«Basta, non possiamo tenere aperta la nostra attività se accanto c’è una discarica a cielo aperto, ne va della salute di tutti, se continua così chiudo». Questo lo sfogo di Giovanni Impastato, fratello di Peppino, il militante di Lotta continua ucciso da Cosa nostra a Cinisi il 9 maggio 1978. Lì, lungo la strada statale 113, accanto alla pizzeria della famiglia Impastato, c’è un lungo cumulo di sacchetti di immondizia e rifiuti di ogni genere. «È una situazione che va avanti da diversi mesi – aggiunge Impastato – e noi che lavoriamo a due passi da questo scempio non possiamo più tollerarlo».
Sul sito dell’associazione Casa Memoria Felicia e Peppino Impastato sono state pubblicate le foto della discarica insieme all’accusa di inerzia rivolta ai «cittadini di ‘Mafiopoli’ e ‘Porciopoli’ che continuano a deturpare il territorio». «Dovremmo vivere in un ambiente pulito e sano che tutela la salute dei cittadini – continua Impastato – e non in luoghi dove questa è messa duramente a rischio. A maggior ragione questo dovrebbe accadere per dei locali pubblici. Purtroppo tra qualche giorno dovremo chiudere la nostra attività che da questa cosa sta subendo danni visibili, mettendo a rischio anche il posto di lavoro di dieci persone». “Non è possibile – conclude – che si debba arrivare a queste decisioni estreme per farsi ascoltare su temi fondamentali come l’ambiente, la salute pubblica e la sicurezza, che dovrebbero essere le priorità all’ordine del giorno per le istituzioni e per tutti gli attori coinvolti, che evidentemente non ritengono importante intervenire».