Il cartellone elettorale dell'aspirante consigliere comunale è stato danneggiato in pieno giorno. «Quanto successo significa che quello che facciamo dà fastidio, quindi stiamo andando nella giusta direzione», spiega il giovane. Che però teme che la vicenda venga strumentalizzata: «Non voglio fare né la vittima né l'eroe». E punta a uno dei problemi più urgenti del quartiere e della città: la sicurezza
Cibali, sfregiato il manifesto di un candidato Lanzafame: «Amareggiato, ma vado avanti»
Un manifesto danneggiato, una scena comune in periodo di elezioni. Ma quanto accaduto ieri a Cibali assume un’importanza diversa. Ignoti, in pieno giorno, hanno ritagliato dal cartellone del candidato al Consiglio comunale Agatino Lanzafame un orecchio e la bocca, oltre ad aver tagliuzzato anche il suo cognome. Un messaggio inquietante, uno sfregio di un avversario politico oppure «l’opera di qualche cretino». Di certo, un segnale. «Sono amareggiato, ma determinato ad andare avanti. Su questo non si discute», afferma il sostenitore della lista legata a Enzo Bianco. «Quanto successo significa che quello che facciamo nel quartiere dà fastidio, quindi stiamo andando nella giusta direzione».
«Non voglio fare né la vittima né l’eroe. Non voglio che quanto accaduto venga strumentalizzato», ci tiene a precisare. Tuttavia «è intollerabile che una cosa del genere sia successa in pieno giorno, senza che nessuno abbia visto nulla». Al momento Lanzafame non ha ancora sporto denuncia. «Sto cercando di raccogliere elementi per fare una denuncia circostanziata», spiega.
L’azione, secondo lui, è una risposta al suo impegno all’interno di una zona dai problemi complessi come quella di Cibali. «Stiamo portando avanti una serie di azioni per la riappropriazione del quartiere. C’è un gruppo di persone che sta facendo un lavoro di lotta alla povertà e al degrado». Elementi, continua, che portano «al controllo sociale». Il problema della sicurezza ha coinvolto in passato in prima persona Agatino Lanzafame, già consigliere di municipalità. La questione, secondo il candidato, «fa parte delle cose importanti delle quali si deve tornare a parlare».