Il primo cittadino di Petralia Sottana assieme ai colleghi dei nove comuni del comprensorio madonita sono partiti alla volta del capoluogo siciliano per incontrare la Prefetta Antonella De Miro. Obiettivo, chiedere l'apertura di un tavolo nazionale con il ministero per la Salute, l'assessorato regionale alla Salute e l'Asp di Palermo
Chiusura punto nascita, al via marcia sindaci Inguaggiato: «Basta rimpalli, ora serve deroga»
È partita stamane la marcia di protesta dei sindaci della Madonie annunciata ieri contro la chiusura al punto nascite dell’ospedale di Petralia Sottana, non più in funzione dal primo gennaio. Tutti i sindaci dei nove comuni del comprensorio madonita (Petralia Sottana, Alimena, Blufi, Bompietro, Castellana Sicula, Gangi, Geraci Siculo, Petralia Soprana, Polizzi Generosa) si sono dati appuntamento alle dieci sulla A19 e, a bordo di una ventina di vetture, sono partiti alla volta del capoluogo siciliano, per incontrare la prefetta Antonella De Miro. Una riunione per chiedere l’apertura di un tavolo nazionale con i rappresentanti del ministero per la Salute, l’assessorato regionale alla Salute e l’Asp di Palermo. L’ultimo atto di un braccio di ferro che si trascina da alcuni giorni, in seguito alla decisione del ministero di chiudere il punto nascita di Petralia Sottana lo scorso 31 dicembre.
Una scelta che fin da subito ha scatenato le accese proteste degli abitanti dei comuni colpiti dal provvedimento, spingendo il primo cittadino e i sindaci dei comuni vicini a scrivere una lettera rivolta alla ministra della Salute Beatrice Lorenzin per chiedere la riapertura dell’ospedale dopo la decisione di chiudere il punto nascite Madonna dell’Alto perché non più in possesso dei requisiti essenziali . «Oggi ci aspettiamo una grande attenzione – ha detto a MeridioNews Santo Inguaggiato, il sindaco di Petralia Sottana – e che venga raccolta la nostra proposta, un tavolo tecnico per risolvere definitivamente questa vicenda evitando un rimpallo di responsabilità tra Regione e ministero».
Al primo cittadino di Petralia Sottana, infatti, proprio non è andato giù il gioco a scaricabarile tra ministero e Regione in merito alla concessione della deroga, essenziale per consentire all’assessorato regionale la messa in sicurezza dell’ospedale madonita. «Tutti sono a posto sotto il profilo delle procedure e dei documenti – ha proseguito – ma a noi le carte non interessano più. A noi preme confrontarci allo stesso tavolo con il ministero, l’assessore e manager e tecnici dell’Asp e che sia riconosciuta la specificità delle Madonie. Devono individuare un percorso per riaprire il punto nascita e quindi dare deroga. Non chiediamo favori – ha concluso – ma l’applicazione di un diritto».
Al fianco delle comunità delle Madonie si schiera anche l’Anci Sicilia che ribadisce la necessità di un confronto istituzionale e che affronti in tempi brevi la questione. «È necessario aprire un tavolo di confronto con il ministero della Salute, l’assessorato regionale alla Salute e l’Asp – hanno affermato Leoluca Orlando e Mario Emanuele Alvano, il presidente e segretario generale dell’AnciSicilia – nella speranza che si arrivi a delle soluzioni ottimali e condivise, garantendo all’ospedale di Petralia Sottana tutte le dotazioni necessarie, richieste dal Ministero e di competenza regionale e della Asp. In particolare – hanno aggiunto – per mantenere il punto nascita madonita si dovrà assolutamente procedere all’assegnazione di altro personale medico e paramedico».