Chiusura degli uffici postali in Sicilia: “Lo Stato abbandona il territorio”

 

Si abbassano le saracinesche delle Poste italiane, azienda controllata dal Ministero dell’Economia, in molte frazioni del territorio siciliano. Vani sono stati i tentativi, di arginare il problema, attraverso la conversione degli uffici postali a rischio, in centri multifunzionali. Lo stesso amministratore delegato, Massimo Sarmi, aveva parlato di ‘un piano alternativo’ che evitasse l’eliminazione di quei sportelli  giudicati anti-economici. Ma ciò non si è verificato.

La situazione è compromessa in tutto il territorio nazionele, dove si prevde la chiuusra di circa 1000 sportelli, 65 in Sicilia (sotto l’elenco).

Nonostante sia stato raggiunto nel 2011 un utile di 842 milioni di euro, molti uffici postali, ritenuti marginali e improduttivi, scompariranno  e i cittadini-utenti che vorranno usufruire di questo servizio pubblico, saranno costretti a spostarsi nelle città più vicine e ‘attrezzate’.

La notizia del piano delle Poste, sta scatenando una viva protesta in tutto il Paese. I disagi per i cittadini, infatti, saranno enormi.  Basti pensare a quei centri rurali dove vivono molti anziani, che saranno costretti a ‘viaggiare’ per un servizio essenziale.   Non a caso, in Sicilia stanno facendo sentire la loro voce i comuni del catanese da Castiglione di Sicilia, a Randazzo e Linguaglossa, Ma la rabbia si sata estendendo a macchia d’olio in tutta l’Isola.

“Lo stato abbandona il territorio” dice il consigliere comunale Antonio Camarda- abbandona i piccoli centri rurali,abitati principalmente da persone anziane, che vedono nell’ufficio postale, prima che una azienda, una istituzione o un pezzo di Stato sul territorio. Decide di chiudere, nonostante sia una azienda che nel 2011 ha avuto un utile di 842 milioni di euro e che nel proprio bilancio sociale parla tanto di attenzione alle collettività.

La società evidentemente ritiene marginali oltre che gli uffici,  i residenti che vivono nei territori interessanti dalla chiusura, facendo prevalere  politiche aziendali,  orientate al bilancio, piuttosto che ai servizi, e contribuendo allo spopolamento dei piccoli centri. Un esempio concreto è quello che riguarda la chiusura di uno dei primi uffici postali della provincia di Catania: l’ufficio postale delle frazione di  Passopisciaro, nel Comune di Castiglione di Sicilia.

Un centro rurale Passopisciaro, famoso per le produzioni vitivinicole di eccellenza, di cui si parla nelle maggiori riviste internazionali di settore, che dovrebbe essere incoraggiato dallo Stato e dalle istituzioni locali a perseguire il percorso di sviluppo intrapreso, anziché abbandonato, marginalizzato e non considerato come realtà di eccellenza, (la Borgogna dell’Etna). Un centro di eccellenza che di eccellenti dovrebbe avere anche i servizi, ed invece vede sopprimere gli stessi con una decisione unilaterale di poste Italiane senza nulla poter eccepire. Il tutto avviene con la complicità delle   istituzioni oggi sorde rispetto ai problemi delle piccole comunità”

 CHIUSURA UFFICI POSTALI IN SICILIA

11 in provincia di Catania – Santa Venera-Mascali, Fleri e Pisano Etneo-Zafferana Etnea, San Leonardello-Giarre, Granieri-Caltagirone, Passo Pisciaro-Castiglione di Sicilia, Giumarra-Castel di Judica, Libertinia-Ramacca, Presa-Piedimonte Etneo, Puntalazzo-Mascali, San Pietro di Caltagirone;
Judica, Libertinia-Ramacca, Presa-Piedimonte Etneo, Puntalazzo-Mascali, San Pietro di Caltagirone;
2 in provincia di Enna – Villa Priolo-Villarosa, San Giorgio-Assoro.
26 in provincia di Messina – Sant’Agata, Rodia, Massa Santa Lucia, Santo Saba a Messina città, Calvaruso e Serro-Villafranca Tirrena, Misserio-Santa Teresa Riva, Pellegrino-Monforte San Giorgio, Rina-Savoca, Rocchenere-Pagliara, San Martino Spadafora- Spadafora, Sant’Andrea-Rometta, Valdina, Venetico, Gala e Portosalvo-Barcellona Pozzo di Gotto, Sfaranda- Castel Umberto, Bafia e Protonataro-Castroreale, Cattafi-San Filippo del Mela, Fiumara-Piraino, san Cosimo e Tindari-Patti, Vallebruca-Sant’Agata di Militello, Quattropani- Lipari (chiusura amministrative)
12 in provincia di Palermo – Aerostazione Punta Raisi-Cinisi, Ficuzza-Corleone, Regalcioffoli-RoccaPalumba, San Giovanni Li Greci-Caccamo, Sant’Ambrogio Cefalù, Calcarelli e Nociazza-Castellana Sicula, Fasanò e Pianello-Petralia Soprana, Pollina, San carlo-Chiusa Sclafani, Locati-Bompietro;
2 in provincia di Ragusa – Sampieri-Scicli e Marina di Modica-Modica;
1 in provincia di Siracusa – Marzamemi-Pachino;
11 in provincia di Trapani: Levanzo-Favignana, Nubia-Paceco, Paolini-Marsala, Balata di Baida e Guidaloca Scopello-Castellamare del Golfo, Ballata-Erice, Chiesanuova, Valderice 2 e Crocevie-Valderice, Guarrato-Trapani, Costiera di Mazara-Mazara del Vallo


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