Cosa succederebbe se il “non detto”, il segreto silenzioso e immobile che si cela dentro di noi, esplodesse di colpo? Cosa comporta, nelle esistenze di ognuno, nascondere una verità per tanto, troppo tempo?
Marilia Marchetti è docente di Letteratura francese alla Facoltà di Lingue e Letterature straniere. A questo tema ci ha pensato su per anni, ben quindici, ci racconta lei. E alla fine è venuta fuori una storia. Con “Segreti di famiglia”, pubblicato per la romana Robin edizioni, Marchetti si presenta al pubblico dei lettori con il suo primo romanzo.
Non è facile intercettare il vero centro della narrazione. “Segreti di famiglia” è al contempo la storia di un amore funesto tra Francesca e Dario, la storia di una vita che si dipana negli anni, la storia di una vittima e di un carnefice.
Il vero intento dell’autrice? Ce lo spiega lei stessa.
“Ho cercato di descrivere cosa possono provocare i segreti nella vita delle persone. L’infanzia di Francesca descritta nella prima parte del libro non è quella vera, è semmai quella che non fa parte del suo segreto – spiega -. Ognuno di noi crea dei muri di silenzio, di amnesia. Ma alla fine i segreti sbucano fuori. E’ questo il motivo per cui lascio tutti gli spazi bianchi nella pagina. Sono gli spazi che contengono tutte quelle cose non dette e che ci invitano a farci delle domande”.
Marilia Marchetti si lancia con successo in un’operazione stilistica nuova, smontando i dialoghi tradizionali e puntando su una catena di flashback. In un succedersi di sequenze che cuciono abilmente lo scorrere degli anni, l’autrice mette in scena la vita della protagonista e la collega a quella di Dario.
Un modo per dirci che il destino esiste? Che la storia tra due esseri è quasi un affare karmico?
“Credo più semplicemente che il nostro vissuto si agganci a quello degli altri. Gli agganci tra esseri umani sono più forti quanto più sono forti i contatti. Accade a livello inconscio, e non voglio fare facile psicanalisi. Non a caso per il retro di copertina ho scelto una frase di Oscar Wilde: solo chi è poco profondo conosce se stesso. Credo sia importante fare un cammino per conoscerci; un cammino periglioso che ci faccia comprendere i nostri veri stimoli, i veri desideri”.
Questa Francesca è una ragazza irreprensibile, di successo, perfetta. Somiglia a Marilia?
“Credo proprio di no. Vedi, questo libro viene da lontano, e non è stato scritto di getto. Ho spesso riflettuto su queste figure di donne, e più una donna appare perfetta, più sta mettendo degli argini alla sua insicurezza”.
L’aver scritto “per sequenze” ha alleggerito molto la dinamica temporale. Il lettore però subisce la durezza degli anni che passano sulla pelle della protagonista…
“In verità è un aspetto che è venuto fuori da solo. Ma ora che ci penso mi rendo conto di aver sempre pensato che il tempo non ci insegna nulla, che non è progressione è una linea retta. Noi viviamo in funzione dei nostri progetti per resistere all’ansia del domani. Quando in verità la vita coincide con l’oggi”.
Modelli letterari? Autori a cui “Segreti di famiglia” è stato ispirato?
“Nella mia vita mi sono nutrita di letteratura francese. Ma non ho un maestro preciso. Amo la letteratura da sempre, è un mondo magico in cui mi perdo”.
[“Segreti di famiglia”, pubblicato per la romana Robin edizioni, è il primo romanzo di Marilia Marchetti, docente di Letteratura francese alla Facoltà di Lingue e Letterature straniere di Catania. Sabato sera sì è tenuta la presentazione del libro nella Cappella Bonajuto a Catania. Sono intervenuti l’autrice e i docenti Antonio Pioletti e Maria Teresa Puleio. L’incontro è stato Introdotto e coordinato dal professor Gaetano Lalomia].
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