«Credo sia la fusione a tenere insieme tutto». A Siracusa c’è una chef arrivata da Milano e che per amore della cucina ha scelto di restare. È la contaminazione l’ingrediente segreto di ogni piatto di Valentina Galli, chef del ristorante Il tiranno caportigia restaurant (al civico 76 di viale Montedoro a Siracusa). Quarantenne nata nel capoluogo lombardo, anni fa arriva nella città di Archimede. Una chef venuta dal Nord per educare anche i palati del Sud con materie prime rigorosamente locali ma lavorate da mani esotiche. Il risultato sono opere d’arte servite su piatti che mettono d’accordo vista e gusto: colori decisi e forme precise sono lo specchio dei sapori. Un equilibrio dinamico tra Settentrione e Meridione che diventa uno stile riconoscibile in ogni piatto. «La mia mano non è della cucina tipica del Sud – spiega la chef – ma uso quasi esclusivamente le eccellenti materie prime locali seguendo la stagionalità». E, così, ogni portata è una fusione. «Per il pesce, per esempio, ho lo stesso fornitore che mi segue da vent’anni – ci tiene a sottolineare Galli – Ormai non ho bisogno di precisare nulla: sa già esattamente cosa portarmi».
La chef siracusana d’adozione è specializzata soprattutto nei crudi, con una predilezione per la cucina orientale e un passione per i dessert che arriva da lontano. «Ho scelto la mia strada in cucina quando avevo quattro anni – racconta Galli – I miei genitori raccontano che, fin da piccola, dicevo sempre che da grande avrei voluto preparare dolci e pasticcini. Al mio quarto Natale mi è stata regalata una cucina giocattolo da cui non mi sono mai più staccata». Una scelta che la chef ha confermato anche da adulta allargando il campo non solo alla cucina di casa. «Se lavorassi solo con la tradizione gastronomica statica – aggiunge – non mi potrei mai sentire soddisfatta. Per me è fondamentale continuare sempre a sperimentare con gli ingredienti, le consistenze, le tecniche, ma senza azzardi eccessivi».
Un percorso di avvicinamento al gusto in cui la chef Galli accompagna i clienti del Tiranno. Una cena romantica a lume di candela con vista sul giardino del foro siracusano circondato da alberi, fiori ed essenze mediterranee. «Ci sono i turisti che sono curiosi di provare e soprattutto i clienti affezionati che mi seguono da quando sono arrivata – dice soddisfatta – E, con il tempo, si sono abituati a fidarsi e ad assaggiare anche abbinamenti non proprio tipici della cucina tradizionale locale. Sicuramente non convenzionali, ma nemmeno eccessivamente estremi». Ancora una volta, questione di fusioni e contaminazioni che stanno in equilibrio dinamico.
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