Che fa il Governo Renzi del ‘caso’ due Marò italiani prigionieri in India? Pazienza, pazienza, pazienza…

INTANTO LE ELEZIONI INDIANE LE HA VINTE NARENDRA MODI, INVISO AGLI AMERICANI, ALLA UE E A LONDRA…

Sulla vicenda di Latorre e Girone, i due Marò prigionieri in India, sono stati versati fiumi d’inchiostro. Le ultime notizie “ufficiali” furono che, per avere una qualche informazione sulla sorte dei nostri Marò, sarebbe stato necessario attendere le elezioni in India. Fino ad allora tutti i contendenti avrebbero usato ogni mezzo per strumentalizzare la questione Marò e nessuno avrebbe fatto nulla concretamente.

Le elezioni si sono svolte e pare che vincitore sia uscito Narendra Modi. Ovviamente sulla questione è calato un silenzio di tomba. Sì, perché Modi, nazionalista indù, boicottato fino a poco tempo fa da Londra e dalla UE, quello che più volte ha avuto rifiutato il visto di ingresso per gli USA, ha sempre mostrato l’atteggiamento più duro nei confronti dei nostri connazionali.

Appena eletto, tutti sono andati a rendergli omaggio, e tra questi l’ambasciatore italiano, Daniele Mancini. Dopo le elezioni è apparso evidente che la lotta per riuscire ad avere un governo forte è davvero dura per il neoeletto premier.

Narendra Modi si è sempre proposto come persona dal polso fermo. Lo ha dimostrato all’interno del suo stesso partito, che ha deciso di sostenerlo pienamente solo di recente. C’è riuscito guadagnandosi un grande consenso popolare. Nel Gujarat, che ha governato per tre mandati consecutivi, è considerato quasi una divinità. Ma la sua vittoria più importante è quella nei confronti dell’Occidente. In particolare contro quei Paesi, come Stati Uniti e Inghilterra, che lo avevano definito persona non grata dopo l’incidente del 2002 e che da allora hanno scelto di non intrattenere qualsiasi rapporto con lui.

Non solo. La sua elezione ha segnato forse la fine della dinastia Nehru-Gandhi, (la cui ultima erede è stata più volte accusata di essere troppo vicina ai nostri Marò). Il governo indiano è stato affidato a Manmohan Singh solo perché “l’italiana” Sonia Gandhi, era considerata “troppo poco indiana” per vestire i panni da Primo Ministro.

Con Modi forse nessuno avrà più alcun timore nell’accusare di nuovo di terrorismo i nostri connazionali. Il nuovo premier indiano, che “vanta” un passato da militante in un partito estremista, di certo ha molti “scheletri” nell’armadio. Non è un tipo accondiscendente e di certo non perderà occasione per soddisfare le richieste del suo partito: rilanciare l’economia nazionale e fare dell’India una grande superpotenza nazionalista. Non a caso uno dei primi programmi prevede l’obbligo di utilizzare l’hindi sui social network come Twitter o Facebook.

Lo strumento per i nostri politici per “trattare” con Modi la questione Marò potrebbe basarsi proprio sullo sviluppo economico e internazionale dell’India: infatti, se da un lato gli interessi economici in mano alle imprese italiane sono enormi, dall’altro un appoggio dell’Italia sia all’interno dell’Unione Europea che a livello internazionale potrebbero essere una “merce di scambio” diplomaticamente valida.

Ammesso, ovviamente, che la nostra classe politica sia in grado di far valere i diritti dei nostri due Marò. Sì, perché della vicenda fino ad ora si sono “occupati”, non uno, ma ben quattro Governi e tutti fino ad oggi incapaci di dipanare la matassa.

Cosa difficile da credere. Specie dopo aver ascoltato le ultime dichiarazioni del ministro degli Esteri, Federica Mogherini: “Questo Governo ha cambiato strategia, ha avviato una fase di internazionalizzazione e, devo dire, con una strettissima collaborazione col Parlamento, per una volta unito”.

“Il Governo – ha aggiunto – sta lavorando anche coi Marò, perché riteniamo sia utile coinvolgerli in tutte le fasi” e anche “con le loro famiglie”. E il ministro della Difesa, Roberta Pinotti, ha aggiunto: “Mi sento vicina a loro, mi sento di confortarli. Siamo in una fase in cui ancora è possibile un’intesa con il nuovo governo indiano”.

Come sarebbe a dire? Quando i militari di altri Paesi violano la legge in Italia (e sono molti, basti pensare alle decine e decine di basi americane che affollano il Bel Paese) non proviamo neanche a rinviarli a giudizio e, al massimo, “chiediamo che vengano rimpatriati”. Basti pensare alla strage della funivia del Cermis o al sequestro di Abu Omar, e quando i nostri soldati sono trattenuti illegittimamente, da più di due anni, in India diciamo loro che devono essere pazienti?

Invece di chiamare l’ambasciatore indiano e dirgli che, se non verranno rilasciati subito i nostri militari, quella dell’India potrebbe essere considerata una vera e propria dichiarazione di guerra (nella quale l’Italia potrebbe e dovrebbe avere il supporto di ONU, UE e Nato, che fino ad oggi si sono democraticamente messe da parte), il Governo italiano ha deciso di rivolgersi ai nostri militari? E per fare cosa? Per chiedere a loro ed alle loro famiglie di stare zitti e di continuare ad aspettare?

Magari sperando che ci credano pure. Cosa difficile, specie dopo lo “svarione” del decreto legge Madia (“misure urgenti per la pubblica amministrazione e per il sostegno dell’occupazione”), in cui “casualmente”, è stato inserito un “articoletto” piccino piccino, che però farebbe scomparire l’illecito per cui Renzi, è stato condannato amministrativamente in primo grado (è in corso l’appello). Palazzo Chigi ha commentato: “È un errore, la faremo sparire”.

Come è possibile pensare che chi non sembra riuscire a fare leggi che valgono in casa propria (tra l’altro, siamo ancora in attesa di sapere cosa intende fare il Governo Renzi con l’incostituzionale Porcellum..) sia in grado di dipanare una matassa giudiziaria internazionale sulla quale pesano gli interessi miliardari di aziende italiane vincitrici di contratti in India?

Sembra quasi di essere tornati a qualche decennio fa, quando un altro Presidente del Consiglio prometteva la luna, ma finiva quasi sempre per fare solo ed esclusivamente leggi ad personam (almeno, però, quello era stato eletto dagli italiani) …..

 

 

 

 


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