Cgil: “La social card? Una carta dei poveri”

A poco più di un mese dal varo della social card, la carta acquisti varata dal Governo Berlusconi per venire incontro agli anziani e alle famiglie meno abbienti, sono ancora tanti i dubbi sul suo concreto utilizzo e su chi abbia la possibilità di ottenerla. Abbiamo intervistato i responsabili CGIL catanesi che in queste settimane si sono occupati del problema e abbiamo sentito la responsabile per la comunicazione delle Poste Italiane S.p.A. in Sicilia.
 
Angelo Villari, segretario del sindacato CGIL Catania, la chiama“Carta dei poveri” e la giudica « illusoria, vessatoria e in una certa misura persino umiliante”. Dati alla mano, Villari ci tiene a precisare che “a Catania e provincia i potenziali aventi diritto alla social card sarebbero poco meno di 135 mila ma di questi solo tra i 6 e gli 8.000 pensionati hanno i requisiti richiesti dal Ministero dell’Economia”.
 
Villari solleva anche una questione di dignità: “È inaccettabile che una persona venga identificata come povera dall’esibizione di una carta elettronica. Tra l’altro la situazione si aggrava per coloro che fanno dichiarazioni errate nelle domande sostitutive dell’atto di notorietà. Le sanzioni partono da 5.000 a 25.000 euro”.
 
La proposta alternativa della CGIL è invece “una quattordicesima sul modello di quanto era già stato avviato dal governo Prodi con il provvedimento del 23 luglio 2007, ma estesa a tutte le fasce. Noi – conclude Villari – crediamo che questo provvedimento governativo sia una sorta di elemosina ma siamo pronti ad aiutare con trasparenza i meno abbienti se spetta loro di diritto”.
 
Salvo Basile, responsabile dei servizi CAAF della CGIL di Catania, ci spiega in dettaglio quanto sia difficile rientrare nei requisiti minimi per ottenere la Social Card: “Anche nel caso in cui un pensionato solo sopra i 65 anni abbia un ISEE (Indicatore di Situazione Economica Equivalente, ndr) pari a 5.760 euro, ma una pensione al minimo di 443 Euro al mese, non rientra già nella categoria dei beneficiati, a causa della maggiorazione sociale di 82 euro al mese che fa lievitare la pensione annua e quindi il reddito personale a 6.825 euro. Il governo invece, per il rilascio della carta acquisti, si ferma a 6.000 euro richiesti dal Governo per il rilascio della carta acquisti”.
Un altro aspetto curioso è quello relativo ai garage: “La proprietà di un garage, anche al 10%, viene considerata come proprietà di un secondo immobile e quindi non permette di ottenere la carta acquisti. Inoltre, sono messe sullo stesso piano le situazioni economiche di chi paga l’affitto e di chi è proprietario di immobile. Credo sia giusto aiutare la prima categoria di pensionati che è quella con più disagi”.
 
Basile ci dà anche qualche cifra riferita al suo CAAF: “Su 11.000 ISEE realizzati per i nostri iscritti di età superiore ai 65 anni, solo 200-300 utenti potrebbero avere diritto alla tessera elettronica. Solo una decina di pensionati ci hanno dato conferma dell’attivazione della carta acquisti. Altri ci hanno rivelato che, pur avendo la carta, ne attendono ancora l’attivazione”. E aggiunge un paragone con il nord Italia: “Mentre qui la richiesta è abbastanza alta, al nord mi risultano anche dei casi di pensionati che hanno rifiutato la social card per motivi di dignità”.
 
Abbiamo chiesto infine informazioni alla dottoressa Maria Grazia Lala, responsabile per la comunicazione delle Poste Italiane S.p.A. in Sicilia che precisa: “Noi ci occupiamo della distribuzione della carta acquisti da un punto di vista pratico, esecutivo. I numeri sulle attivazioni reali, considerato che sono dati sensibili, appartengono alla banca dati del Ministero delle Finanze e all’INPS che mette in funzione a tutti gli effetti la carta acquisti. Posso dire, tuttavia, che in città come Trapani, Agrigento, Catania e Palermo siamo più impegnati nel ricevere presso i nostri sportelli i moduli di richiesta presentati dai pensionati”.


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