Cesare Basile unplugged ai Mercati Generali

Certo che ci manca un po’ incontrarlo nei locali di Catania che beve le sue birre appoggiato al bancone. Ci manca avere l’esclusiva dei suoi nuovi lavori e l’opportunità di dire: “Lui Catania non l’ha lasciata”. Ci manca perché, invece, Cesare Basile s’è dovuto trasferire a Milano, da ormai tre anni, per “maggiori opportunità di lavoro”- ci dice lui stesso stringendo i denti.

 

Ieri sera Basile era ai Mercati Generali per una delle sue esibizioni intime, tra amici. Uno di quei set acustici a cui ha abituato negli anni catanesi, concerti irresistibilmente affascinanti e atmosferici. E anche ieri come guest star del “Suburban Live Set” organizzato dallo storico locale, Cesare non s’è risparmiato. Aveva da far sentire al pubblico etneo i pezzi del suo ultimo disco Hellequin Song versione live e lo ha fatto in esclusiva chiave unplugged accompagnato solo da qualche filo della chitarra elettrica imbracciata da Marcello Caudullo. Dal Cranio, Finito questo, Il deserto e Dite al Corvo che va tutto bene sono scivolate una dopo l’altra tra un sorso di whisky del duo e qualche caduta di gelsomini direttamente dalla tettoia sul palco.

 

A rappresentare l’ombelico del concerto è arrivata, poi, sempre da Hellequin, Fratello Gentile che, in un tentativo del tutto sperimentale, Basile suona grazie all’ausilio di Luca Recupero dei pirotecnici “Percussionici” (band d’apertura) al tamburello siciliano.

Ai piedi del cantautore una folta schiera di suoi amici storici lo supplicava di fare uno “di quei pezzi vecchi”; Basile, così, ha temporeggiato grattandosi un po’ la testa, come indeciso se riaprire parentesi ormai andate o deludere quelli con cui è cresciuto nella sua città. Alla fine di quei ‘pezzi vecchi’ farà solo Gara di Resistenza, bella ballata d’amore e Di Schianto tratta da Closet Meraviglia del 2001. Entrambe ispiratissime e silenziose. Il pubblico per la quasi totalità seduta su delle seggiole, ha apprezzato.

 

All’interno della scaletta non potevano certo mancare i successi del disco culto di Basile: quel “Gran Calavera Elettrica” che fece sussultare critica e pubblico nel 2003, grazie ad una maturità di scrittura ed una bellezza musicale rara, rarissima tra i songwriters italiani. Da quel capolavoro Cesare ha pescato fuori le immancabili Pietra Bianca, Apocrifo, A che serve lo zolfo e In Coda: pezzo, quest’ultimo, seguito ideale del precedente, che ad ogni esibizione lo spettatore si aspetta di ascoltare una vota che “Zolfo” ha finito i suoi accordi. Dopo la splendida esecuzione della drakiana Black Eyed Dog (stupenda la coda psichedelica del brano) a corredo del concerto e porzione agrodolce e sognante, arrivano le ballate blues To Speak of Love, Stella&The Burning Heart e Odd Man Blues: tra Mark Lanegan e Tom Waits.

 

Che dire un’esibizione tra amici e per amici di cui Catania può dirsi ancora l’unica privilegiata di poter ospitare.

 

 

Tracklist: 

A che serve lo zolfo

In Coda

Dal Cranio

Finito questo

Di Schianto

Pietra Bianca

Apocrifo

Il deserto

Black Eyed Dog

To Speak of Love

Dite al Corvo che va tutto bene

Fratello Gentile

Stella&The Burning Heart

Gara di Resistenza

Odd Man Blues


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