Cep, «dopo Capodanno date a noi quello spazio» Il progetto del campetto sportivo del quartiere

Capodanno sì, Capodanno no? Mentre la questione dell’area in cui dovrebbe svolgersi una parte degli eventi previsti per la sera di San Silvestro al Cep resta ingarbugliata, si pensa già al dopo Capodanno e al destino dell’area protagonista del casus belli, antistante il giardino intitolato a Peppino Impastato. Da un lato c’è il Comune, che sostiene che quello spazio gli sarebbe stato assegnato già dal lontano 1970, dall’altro c’è lo Iacp che invece ne rivendica la proprietà e chiede un eventuale compenso per lo svolgimento degli eventi del 31. Nel mezzo, chi pensa già al destino di quell’area a partire dal 2 gennaio. «Dopo il concerto di Capodanno date a noi quello spazio, abbiamo un progetto…», si affretta a dire, attraverso i canali social, l’istituto comprensivo Giuliana Saladino, al Cep.

«La nostra istituzione scolastica, insieme a Libera Palermo contro le mafie e all’associazione San Giovanni Apostolo Onlus, ha definito un progetto per l’utilizzo di quell’area. L’occasione del concerto di fine anno deve essere il primo passo per sbloccare una situazione annosa: infatti da tempo chiediamo al Comune di Palermo e all’Istituto Autonomo delle Case Popolari di mettersi d’accordo per assegnare lo spazio alla nostra scuola, che è pronta a farlo diventare uno luogo pubblico destinato all’attività sportiva – spiegano dall’istituto -. Dal 2 gennaio la nostra istituzione scolastica riproporrà il tema: dopo questa grande opportunità del Capodanno al Cep nulla potrà essere come prima e lo spazio dovrà, finalmente, diventare il campetto dei ragazzi e delle ragazze del nostro quartiere». La comunità che si riprende i suoi spazi, in un certo senso. Togliendoli a incuria e degrado. Un’operazione di impossessamento alla quale il quartiere non è nuovo, anzi. 

Oltre all’area che dovrebbe ospitare l’evento del 31 dicembre, infatti, un altro spazio, prima ancora, è stato oggetto di lunghe battaglie da parte dei residenti del quartiere. Uno spazio che alla fine sono riusciti a riprendersi, trasformandolo da luogo di spaccio e abbandono a spazio urbano per famiglie e bambini: parco Tindari, un posto rinato in tutti i sensi e restituito alla comunità. Così come sta accadendo anche con un altro importantissimo spazio, quello su cui si affaccia l’area del concerto: il giardino intitolato a Impastato, per cui il percorso di riappropriazione e di recupero è ancora in corso e alterna cerimonie e momenti solenni che chiamano a raccolta tutta la comunità che quello spazio lo vuole fortemente a vandalismo e distruzione. Lo stesso percorso che, da molto tempo, i residenti stanno tentando di mettere in atto per lo spazio scelto per gli eventi di fine anno. Avanzando, ad esempio, idee e progetti come quello a firma di scuola e associazioni.

«L’istituto Saladino, l’associazione San Giovanni Apostolo onlus e Libera Palermo, con capofila Libera nazionale, hanno avuto approvato il progetto Liberi di crescere, all’interno del quale è prevista appunto la riqualificazione di spazi privati o pubblici, perché diventino fruibili da tutto il territorio. Uno degli spazi che abbiamo identificato è proprio quel campetto», spiega Antonietta Fazio, che gestisce l’associazione San Giovanni Apostolo onlus, una realtà attiva sul territorio da ormai 20 anni e divenuta nel frattempo un punto di riferimento soprattutto per giovani e giovanissimi del quartiere. «Il progetto è in itinere, si sviluppa mano mano che si va avanti – continua a dire -, fermo restando che ci siano i presupposti burocratici che permettano di lavorare su quel campetto». In questo momento l’area si trova in buono stato, per via dei preparativi in corso per gli eventi di fine anno. Ma fino a una settimana fa era in mano al degrado. «Qualsiasi intervento venga fatto è sempre ben visto, l’auspicio è che non sia isolato, ma che sia l’avvio e la prosecuzione di un’attività che noi come associazione portiamo avanti già da dieci anni, nel tentativo di riqualificarlo con le nostre forze».

L’area infatti è stata in più occasioni la sede di più edizioni del Mediterraneo Antirazzista. E sempre lì si sono fatte anche le manifestazioni finali del torneo cittadino Under Rete, giunto ormai alla sedicesima edizione. «Il quartiere ha voglia di riprendersi questo e altri spazi – dice ancora Antonietta Fazio -. La scelta di questo luogo non è casuale, infatti: è facilmente fruibile perché lì arriva al capolinea il tram, questo ne agevole l’arrivo delle persone. E poi l’evento di fine anno potrebbe essere l’input perfetto per l’avvio della tanto desiderata riqualificazione del nostro quartiere». Un punto di vista condiviso in pieno anche dall’assessore alla Mobilità Giusto Catania che, nelle vesti anche di dirigente scolastico della scuola Saladino, conosce bene il Cep, le sue potenzialità e la sua comunità. «C’è in ballo un piccolo finanziamento dato dalla Fondazione Con il Sud per recuperarlo – spiega l’assessore Catania -. Il progetto generale è quadriennale e va già avanti da un anno e mezzo. Quella di Capodanno può essere l’occasione perfetta, non era nemmeno previsto all’inizio che la scelta ricadesse su quel luogo, scelto poi anche ai fini della sicurezza».

«Insomma – prosegue -, è un buon viatico, un tracciare la strada per un progetto che potrebbe vedere la luce anche entro l’anno. Come scuola abbiamo ormai da tempo un’interlocuzione con lo Iacp e con il Comune per l’utilizzo di questo spazio, dopo Capodanno rimetteremo tutto sul tavolo. Questo è un quartiere che merita attenzione ed è importante il fatto che ci siano più istituzioni, Comune in primis, che in questo momento se ne stanno occupando. La scelta di questo luogo da parte dell’amministrazione e dell’assessore alle Culture Adham Darawsha dimostra l’attenzione della città a un quartiere importante come il Cep. Siamo fiduciosi».


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