Centrosinistra di Palermo, primarie-farsa?

Servono veramente le elezioni primarie nel centrosinistra di Palermo in vista delle elezioni amministrative della primavera prossima, quando i cittadini verranno chiamati ad eleggere il nuovo sindaco e il nuovo consiglio comunale? La domanda sorge spontanea, alla luce della confusione che regna in questo schieramento politico. Riassumiamo per i nostri lettori.
Leoluca Orlando, sulla carta uno dei candidati più forti, ha abbandonato il ‘tavolo’ delle primarie. Non ha ancora ufficializzato la sua candidatura a sindaco. Com’è nel suo stile – temporeggiatore impenitente – tiene il Pd sulle spine: un giorno mette in giro la voce (non confermata) che, forse, ci ripenserà; poi lascia trapelare l’esatto contrario. Il risultato è che, a quattro giorni dalla convocazione delle elezioni primarie, i vertici del Pd non sanno che pesci prendere.
Di tutt’altra ‘pasta’ Fabrizio Ferrandelli, che preferisca giocare a carte scoperte: sabato scorso, durante una grande manifestazione popolare, ha presentato la sua candidatura a sindaco. Morale: nemmeno lui è interessato alle primarie.
Nelle ultime settimane è venuta fuori la candidatura – naturalmente a sindaco – di Antonella Monastra. Anche lei è già in campagna elettorale. Le primarie, ovviamente, non le interessano.
Insomma: chi dovrebbe partecipare alle elezioni primarie del centrosinistra? Restano i candidati del Pd: Ninni Terminelli, Davide Faraone e, forse, un candidato dell’accoppiata Antonello Cracolici-Giuseppe Lumia (ipotesi ancora tutta da verificare, perché Terminelli, da quando è finita l’esperienza della Rete – dove è nato politicamente – ha legato le sue sorti a quelle di Cracolici: contento lui…).
Alle primarie dovrebbe partecipare anche Rita Borsellino, altra candidata forte alla guida di Palermo. Però c’è un però: per quale motivo, alla fine, Rita Borsellino dovrebbe patecipare a quelle che, in fondo, non sono altro che le ‘primarie del Pd’?
Qui il discorso diventa malevolo. Ma a noi giornalisti, spesso, ci tocca percorrere le strade del diavolo, avendo cura di non restare troppo ‘contaminati’. Da qui la constatazione di matematica politica: il Pd, a Palermo avrà, sì e no, il 10 per cento di voti. Pochi, volendo. Però, per tradizione, sanno organizzarsi. Cracolici e Lumia, poi, sono dei veri e propri professionisti dell’agguato mediatico: basta vedere come usano l’antimafia: se il personaggio politico mezzo colluso è un loro ‘nemico’, lo mettono in croce; se è un loro amico e ‘sodale’ – e magari è pure inquisito per mafia, come l’attuale presidente della Regione, Raffaele Lombardo – lo salvano e ci vanno pure a ‘letto’ (politicamente parlando, s’intende).
Ora, non c’è bisogno di essere ‘scienziati della politica’ per porsi la seguente domanda: per quale motivo Rita Borsellino dovrebbe presentarsi a quelle che, in fondo, come abbiamo già acccennato, non sono altro che le ‘primarie del Pd’? Per farsi ‘rosolare allo spiedo’ dai vari Lumia, Cracolici e compagnia bella, che non vedono l’ora di sbarazzarsi di lei? Pure i cani e i gatti di Palermo, ormai, sanno che Rita Borsellino – in quanto persona seria e per bene – non può certo appoggiare il governo regionale di Lombardo: governo nel quale, per l’appunto, Lumia e Cracolici sguazzano felici e contenti.
Questa premessa un po’ ‘lunghetta’ era necessaria per chiarire ai nostri lettori come stano le cose. Alla luce di queste considerazioni, abbiamo ‘girato’ qualche domanda – ovviamente su questo argomento – a Nadia Spallitta, consigliere comunale a Palermo e, da sempre, vicina a Rita Borsellino.

Non le sembra un po’ strana la fuga dalle primarie di tanti esponenti del centrosinistra?

“Il problema esiste”.

Che farà Rita Borsellino?

“La questione non riguarda solo Rita Borsellino, ma tutto il centrosinistra della città”.

– Ovvero?

“Semplice. Se alle primarie dovessero partecipare tutti i protagonisti del centrosinistra – e quindi anche Orlando, Ferrandelli e Antonella Monastra, oltre ai candidati del Pd – l’operazione avrebbe un grande significato culturale e politico. Ci si confronta tutti, si dà la parola agli elettori del centrosinistra e poi, una volta celebrate le primarie e, quindi, individuato il candidato a sindaco, ci si impegna tutti, all’insegna dell’unità, a sostenerlo. Ma se non c’è unità in partenza, beh, il discorso diventa politicamente illogico. Per un motivo semplice”.

– Quale?

“Che le primarie servono per unire, non per dividere!”.

Dica la verità, anche lei – come noi – è convinta che Rita Borsellino, una volta ‘ingabbiata’ nelle primarie del Pd, verrebbe ‘cucinata’ dal duo Cracolici-Lumia…

“Il problema non mi sembra gastronomico, ma politico”.

Insomma, lei si fiderebbe di elezioni primarie gestite da Cracolici e Lumia?

“E perché non dovrei fidarmi, mi scusi?”.

– Napoli non le ha insegnato niente? Guardi che il cosiddetto ‘ammuino’ napoletano è ormai entrato a pieno titolo nel dna del Pd.

“Non ci credo. Napoli non è Palermo”.

– Perché le primarie del centrosinistra sono diventate le primarie del Pd?

“Perché i candidati del centrosibistra si chiamano fuori e poi dicono che sono le primarie del Pd”.

Cos’è, un gioco di parole?

“No, purtroppo potrebbe diventare un gioco al massacro”.

– Cioè?

“Il rischio, concreto, è che i candidati a ruota libera del centrosinistra al prima turno finiscano per dare una grande mano al centrodestra”.

– Quindi?

“Quindi torno a lanciare l’appello a tutto il centrosinistra: celebriamo insieme le primarie e poi andiamo uniti nella battaglia politica ed elettorale contro il centrodestra. Perché le primarie senza unità, non mi stancherò di ripeterlo, rischiano di creare più danni che benefici. Su questo punto dobbiamo riflettere. Tutti”.

 

Giulio Ambrosetti

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