II polo di eccellenza, all'interno dei Cantieri Culturali della Zisa, consegue un bel risultato portando in Laguna uno studente e un docente, Luca Capponi e Leandro Picarella. «Ci interessa sempre più raccontare ciò che sta succedendo qui» dice il direttore artistico. Mentre tra meno di un mese scade il bando per le nuove iscrizioni
Centro di Cinematografia, due corti alla Mostra di Venezia Il regista Scimeca: «Merito della nostra scuola di bottega»
La mostra del cinema di Venezia conferma l’interesse verso il Centro sperimentale di Cinematografia di Palermo. E dopo la felice sorpresa dell’anno scorso, quando Happy Winter – incentrato sulle storie attorno, e dentro, le cabine di Mondello – dell’ex studente Giovanni Totaro sbarcò in Laguna, adesso tocca ad altri due esponenti della scuola. Uno di loro, tra l’altro, è uno studente in corso del terzo anno: ed è la prima volta che viene selezionato il lavoro di un autore mentre questi non ha ancora completato il proprio percorso di studi. I lavori dei due giovani registi sono stati scelti dalla critica come per il concorso delle opere prime e seconde. Si tratta dei cortometraggi Cronache dal crepuscolo di Luca Capponi ed Epicentro di Leandro Picarella. Una doppia soddisfazione, insomma, per il polo di eccellenza dei Cantieri Culturali alla Zisa.
«È una grande emozione, una vetrina importante e prestigiosa», dice a caldo l’agrigentino Leandro Picarella, ex allievo del Centro che quest’anno ha svolto al proprio interno il ruolo di tutor. Il suo corto, girato interamente in Sicilia tra Poggioreale e la Valle dei Templi, è interpretato dall’attore Roberto Latini (Premio Ubu 2017) e da un cast quasi interamente siciliano, tra cui Filippo Luna, Alessio Piazza, Bruno Di Chiara, Paolo La Bruna, Nunzia Lo Presti. Al centro della scena c’è un paese, svuotato dal terremoto, che diventa il set scelto da una troupe cinematografica per un’opera incentrata sulla figura dello statista greco Pericle e sul suo Epitaffio, manifesto del concetto di democrazia. Ma un destino burocratico ha deciso diversamente, e la piazza dovrà essere difesa. Ma cosa si prova a partecipare a un festival così noto soprattutto per l’ambiente glamour e lo spazio per lo più dedicato al cinema cosiddetto di finzione? «Secondo me è quasi anacronistico pensare al documentario come a un genere minore – dice Picarella – proprio perché sempre più l’attenzione dei grandi festival, più all’estero che in Italia, è legata al cinema del reale. Basti pensare a Cannes e Berlino, ad esempio. Sempre più pubblico si avvicina a questa forma di linguaggio, che poi in realtà si rifà al cinema italiano migliore, che ha sempre lavorato con la realtà. Partendo da Rossellini e De Seta, ad esempio, fino ad arrivare a Rosi».
Luca Capponi è tra i più giovani ad approdare a Venezia. Per lui è «tutto nuovo, non me l’aspettavo per nulla». Il suo lavoro è un viaggio denso e nebuloso nella vita di un ristretto gruppo di persone, influenzate dalla presenza dell’esercito militare Usa in Sicilia. Come nel caso di Sigonella, ad esempio, o di Niscemi. «Tutto parte da Manifesta (la biennale d’arte contemporanea che si tiene nel capoluogo fino a novembre … ndr). Tra coloro che espongono c’è anche la regista Laura Potrias, che ha chiesto a noi studenti del Centro se volevamo collaborare con lei, visto che sta realizzando un lavoro più ampio sulla presenza delle basi militari nell’Isola. Ciascuno di noi perciò ha scritto i propri progetti. Quello che mi interessa sono storie al confine, e perciò mi sono concentrato su storie di persone che hanno visto profondamente mutata la propria vita dalla presenza dei militari. Per esempio ho intervistato un uomo che ha abitato per anni a Motta Sant’Anastasia, di fronte Sigonella, e ha scelto di andare a vivere in Spagna perché era stanco dei militari, il loro esserci gli dava particolarmente angoscia».
Il bel risultato dei due giovani gratifica ovviamente anche il Centro sperimentale di Cinematografia. «Siamo particolarmente orgogliosi – dice il direttore artistico Pasquale Scimeca – che i film di Luca Capponi e Leandro Picarella vengano presentati alla Settimana internazionale della critica del Festival di Venezia. Trova così riconoscimento il livello di alta specializzazione raggiunto dai nostri studenti». La sede siciliana della scuola nazionale di cinema si pone, secondo il regista Scimeca, come un «luogo di apprendimento e di elaborazione di un’idea del cinema del reale, in grado di raccontare la Sicilia, con occhi nuovi e uno sguardo diverso, dove arte e didattica si fondono, dando vita a una bottega dove si dà la possibilità agli allievi di esprimere in libertà il proprio talento creativo». E per il regista siciliano la speranza quest’anno, in una scuola che si è sempre contraddistinta per la capacità di attirare appassionati da ogni parte di Italia, è di avere «più studenti che vengono dalla Sicilia, perché sempre più ci interessa raccontare quello che sta accadendo».
Intanto il Centro, diretto dal giornalista Ivan Scinardo, ha pubblicato il bando per le nuove iscrizioni al corso di documentario, che scade il 28 settembre. Sono previsti 12 posti per giovani di età compresa tra i 18 e i 26 anni. Saranno poi selezionati altri allievi che per tre mesi seguiranno un corso propedeutico. La mostra del cinema di Venezia, invece, si terrà da oggi, mercoledì 29 agosto a sabato 8 settembre.