Non tutti gli oggetti sono uguali. E le differenze restano anche nel momento in cui smettono di esserci utili. Alcuni sono più particolari di altri e hanno bisogno di maggiori accortezze nel momento in cui, almeno per noi, diventano rifiuti. Quando cellulari, computer, stampanti o altri apparecchi elettronici sono troppo obsoleti e non funzionano più oppure quando è arrivato il momento di sostituire un materasso, un divano, un televisore o un frigorifero, ci sono più possibilità: chiamare un numero verde gratuito (o prenotare tramite l’app) per chiedere un appuntamento per un ritiro davanti all’uscio di casa oppure, per evitare le liste di attesa, portarlo direttamente in un centro di raccolta. «Sono strutture dove ogni utente può andare per conferire non solo carta, plastica o vetro ma anche tipi di rifiuti particolari come gli ingombranti o i Raee, una sigla che sta per rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche», spiega Salvo Ilardi, il responsabile dell’area tecnica di Kalat Ambiente Srr. L’ente che nel territorio del Calatino (in quindici comuni della provincia di Catania) si occupa della pianificazione, della programmazione e dell’affidamento della gestione del ciclo integrato dei rifiuti. Nelle precedenti puntate della rubrica Fai la differenza, abbiamo raccontato prima il viaggio dei sacchetti dal marciapiede davanti casa fino agli impianti di destinazione finale e poi anche i luoghi in cui i rifiuti diventano risorse.
«La modalità della raccolta dei rifiuti porta a porta – analizza Ilardi – è molto rigida e ingessata per l’utente che deve rispettare un calendario e degli orari precisi per il conferimento. Un servizio che, però, viene supportato proprio dai centri di raccolta dove i cittadini possono andare direttamente a portare i rifiuti». Specie quelli ingombranti che, dal momento in cui non servono più, in casa diventano un impaccio e ancora troppo spesso (anche se decisamente meno che in epoche passate) finiscono negli angoli delle strade in discariche abusive a cielo aperto. Un malcostume sempre meno frequente anche grazie al servizio di ritiro domiciliare e all’incremento dei centri di raccolta. Nel territorio del Calatino gestito da Kalat Ambiente Srr, quelli al momento attivi si trovano a Caltagirone, Grammichele, Militello in Val di Catania e Scordia. Ma è già in programma la realizzazione di altri tre centri di raccolta a Castel di Iudica, Palagonia e Vizzini. «Per chi non ha un mezzo proprio e ha la pazienza di aspettare la lista di attesa – spiega il responsabile di Kalat Ambiente Srr – è attivo il servizio di ritiro degli ingombrati a domicilio». Per liberarsi di materassi, armadi, divani, scaldabagno o altri oggetti di grandi dimensioni, basta prenotare tramite l’app o chiamare il numero verde (che è attivo anche per i cittadini residenti nei Comuni che non hanno ancora un centro di raccolta) a cui risponderà un operatore con cui si potrà programmare e mettere in calendario la prenotazione per il ritiro. Nel giorno e nell’orario stabilito, basterà mettere il rifiuto davanti al portone dell’abitazione e gli addetti del servizio passeranno a ritirarlo. Un modo comodo e senza nessun costo aggiuntivo. «Per chi, invece, volesse liberarsi subito del rifiuto ingombrante – aggiunge Ilardi – può portarlo direttamente nel centro di raccolta». Strutture che accolgono anche i Raee e poi pure toner, oli esausti, pile, farmaci e altri rifiuti che non rientrato nel sistema di raccolta differenziata porta a porta. «L’ideale – dice il responsabile dell’area tecnica – sarebbe che ogni Comune si dotasse di un’area per lo stoccaggio provvisorio per facilitare l’utenza».
Una volta arrivati negli impianti di trattamento, anche i Raee hanno una nuova vita. «I rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche vengono trattati e, almeno in parte, recuperati. In particolare – spiega l’ingegnere Salvo Ilardi – dai Raee si ricavano materiali nobili come il nichel dai cellulari o il rame dalle schede di televisori e personal computer». Frantumate le carcasse, il materiale nobile recuperato viene mandato in centri specializzati per la lavorazione. Quando tutte le fasi di recupero sono completate, i materiali possono essere rimessi nel mercato. Il meccanismo è sempre quello dell’economia circolare che porta avanti e mette in pratica un modello del ciclo dei rifiuti sostenibile. «La stessa cosa che accade con le bottiglie di vetro che, dopo essere passate dagli impianti di trattamento, danno vita a nuove bottiglie di vetro, per le lattine che diventano caffettiere o – conclude il responsabile dell’area tecnica di Kalat Ambiente Srr – per le bottiglie di plastica che si trasformano in prodotti di pile».
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