Cefalù, col Sicily Food Festival arriva il cibo da strada «Valorizzare il territorio, ci sarà spazio anche per l’arte»

Sono attesi duecentomila visitatori, duecento aziende, tre giorni di manifestazioni che uniranno cibo e cultura: sono i numeri principali del Sicily Food Festival, che dal 9 all’11 settembre si terrà per le strade di Cefalù e che promette di far diventare la cittadina balneare la «capitale mondiale del cibo di strada». È l’auspicio dell’associazione ideatrice KeFood, che nel 2014 inventò quella che partì da «una piccola via della cittadina arabo-normanna, un gruppo di amici, tante idee e grande passione» e che a tre anni di distanza si è trasformata in un grande evento dedicato al cibo e al made in Sicily. 

La cittadina medievale sarà sezionata in aree tematiche: moda, musica, arte, artigianato, antichi mestieri, cultura, tradizioni e il buon bere. Al centro di tutte le iniziative e del ricchissimo programma Cefalù, con i suoi paesaggi, i suoi vicoli e il suo mare. Un percorso tra odori, sapori e colori, dove ci sarà spazio per i confronti tra bartender, i cooking show con gli chef stellati, esibizioni di artisti di strada, concerti e appuntamenti tematici. 

E per tracciare la sinergia tra cibo e artisti di strada il Festival vede la direzione artistica di Mario Barnaba, nato ad Alberobello ma palermitano d’adozione da quasi 20 anni.  «L’obiettivo di Sicily food festival è quello di valorizzare il territorio – dice Barnaba, anch’egli a sua volta giocoliere – partendo dal Wine Street, Beer Street, Food Sicily Street ed entrando in contatto diretto con le aziende produttrici per un evento da vivere a 360 gradi. Certamente in questa manifestazione anche l’arte riveste un ruolo fondamentale: ecco perché, per quanto riguarda la scelta degli artisti, ho seguito sostanzialmente le peculiarità dell’evento e quindi il teatro da strada. Se da una parte è stato dato spazio a giocolieri, trampolieri e statue viventi, dunque spettacoli itineranti, dall’altro ho puntato a performance ad hoc, selezionando le location. La scelta artistica, quindi, non è stata affatto causale, ma programmata nei minimi dettagli».


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