Il presidente degli industriali etnei Antonello Biriaco con una nota si rivolge al presidente della Regione Nello Musumeci, nella veste di commissario per la realizzazione di un'arteria che in Sicilia si attende da decenni
Catania-Ragusa, Confindustria chiede revoca della gara «Prezzi troppo bassi, si rischia una nuova incompiuta»
«Chiediamo al presidente Nello Musumeci di procedere con la revoca della gara». L’appello arriva da Confindustria Catania e riguarda il bando per appaltare i lavori per la Catania-Ragusa, l’opera attesa da trent’anni il cui iter negli ultimi anni ha registrato un’accelerazione grazie all’attribuzione dei poteri commissariali al presidente della Regione. Adesso però pesano i rincari sulle materie prime e l’uso di un prezziario ritenuto non adeguato al momento del mercato. «Le vicende che riguardano la procedura di gara per l’affidamento dei lavori relativi al collegamento viario compreso tra gli svincoli di Chiaramonte e la Ragusana sono solo l’ultimo tassello di una serie di eventi che si sono innescati a causa del caro materie prime», dichiara in una nota il presidente degli industriali etnei Antonello Biriaco.
«Su questo collegamento viario si sta consumando un vero e proprio paradosso – continua Biriaco – abbiamo accertato, infatti, che la pubblicazione della gara d’appalto è avvenuta con un importo sottostimato, ancorché basato su un prezzario formalmente utilizzabile, ma di fatto non aggiornato alla luce dell’escalation dei prezzi delle materie prime. Questa condizione di fatto sta inibendo la partecipazione delle nostre imprese alla gara per l’impossibilità di sostenere l’aumento incontrollato dei costi che – sottolinea – annullerebbe del tutto i ricavi».
Il rierimento va all’impennata dei costi per il legname (78 per cento), acciaio (70 per cento) e bitume (36 per cento). L’esigenza di procedere allo stop, per Confindustria, deriva anche da un altro fattore. «L’imminente adozione da parte dell’Anas di un nuovo prezziario, aggiornato in seguito al recente decreto del governo del 2 maggio scorso, che prevede incrementi infrannuali dei prezziari delle materie prime per assicurare un allineamento con i costi di mercato». Nella nota, il presidente degli industriali etnei ricorda anche che «su questo appalto è stato avviato un ricorso, ancora in itinere, che a maggior ragione giustificherebbe una sua revoca in attesa delle decisioni della giustizia amministrativa». Infine il monito: «Dobbiamo evitare in tutti i modi che in questa regione si crei l’ennesima incompiuta che rischia di pesare sulle future generazioni, sferrando l’ennesimo colpo al nostro tessuto produttivo».