Cronaca

Catania, prestiti a usura: sequestrati beni per 55mila euro. Tassi anche del 210 per cento

Avrebbe prestato denaro a tassi di usura. A Catania sono stati sequestrati beni per 55mila euro all’amministratore di una società che opera nel settore del commercio di abbigliamento. Secondo la guardia di finanza – che ha condotto le indagini – in momenti diversi l’uomo avrebbe prestato dei soldi a tassi di usura a un agente di commercio attivo anche lui nel settore dell’abbigliamento e in stato di difficoltà finanziaria. Per evitare di far scoprire la provenienza illecita dei soldi, il denaro ottenuto a tassi di usura sarebbe stato impiegato in attività economiche e imprenditoriali riconducibili alle due persone indagate.

Secondo quanto accertato dalla guardia di finanza, a fronte di un primo prestito di 20mila euro sarebbe stata elargita nell’arco di nove mesi una somma di circa 44mila euro, con un tasso di interesse pari al 157 per cento annuale e al 210 per cento mensile. In occasione di un secondo prestito, dell’importo di 10mila euro – con una trattenuta iniziale a titolo di interessi di 3750 euro – sarebbe stato ottenuto un rimborso complessivo di 12.500 euro nell’arco di nove mesi, con un tasso di oltre il 62 per cento annuale e dell’83 per cento mensile. La guardia di finanza dice che nonostante il debitore avesse poi corrisposto complessivamente circa 56.500 euro, il debito residuo per i prestiti sarebbe stato rinegoziato unilateralmente, con la pretesa di una somma ulteriore, per un ammontare complessivo pari a 66mila euro.

Secondo quanto ha accertato la guardia di finanza, il meccanismo usuraio avrebbe anche comportato l’erogazione di un terzo prestito da 13mila euro tramite la stipula di una scrittura di riconoscimento di un debito per un importo di 73mila euro, il rilascio di 60 cambiali a scadenza mensile dell’importo di mille euro e il rilascio di una fideiussione da parte della compagna della vittima, proprietaria di un immobile ad Aci Sant’Antonio, in provincia di Catania. L’amministratore della società d’abbigliamento avrebbe poi ottenuto un campionario di capi d’abbigliamento del valore di 13mila euro per estinguere l’ultimo prestito erogato. Inoltre, dice la guardia di finanza, per ovviare al ritardo nei pagamenti da parte della vittima avrebbe fatto ricorso agli istituti giudiziari del decreto ingiuntivo e del pignoramento dell’immobile di proprietà del suo fideiussore. 

Redazione

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