Catania, meditazione al boschetto della Playa «A breve anche nel carcere di piazza Lanza»

«Sono stati organizzati pomeriggi di meditazione anche a New york, al centro di Times square» «Ma il boschetto della Playa è meglio!». Quando Alessandro Trotta, responsabile per la Sicilia della fondazione Art of living, racconta la rete internazionale che esiste attorno alla meditazione, una delle partecipanti all’evento di ieri risponde così e sorride. «Qui c’è pace, vi pare poco?», dice. Nel polmone verde che si affaccia sul litorale sabbioso di Catania, dalle 19 di sabato pomeriggio e per un’ora e mezza circa c’erano più di una trentina di persone in abiti comodi, sedute a gambe incrociate sui loro tappetini. Sono il volto del movimento Catania medita, che unisce scuole di yoga, associazioni e semplici appassionati di meditazione. Ad aggregarli ci ha pensato la costola siciliana della Art of living foundation, attiva in tutto il mondo e da un anno anche sull’Isola.

«Vengo dalla Basilicata e insegno meditazione e introspezione a tempo pieno», spiega Alessandro Trotta, che guida il gruppo del boschetto. «Giro tutta l’Europa con i miei corsi, ma da circa un anno sono più stabile a Catania con i corsi per la gestione dello stress che sono rivolti a tutte le fasce sociali: dai più poveri agli imprenditori in carriera». Ma non soltanto. Nel prossimo futuro, infatti, dovrebbe partire un progetto sociale sperimentale che coinvolgerà anche i detenuti della casa circondariale di piazza Lanza: «Siamo in contatto con il direttore e da settembre sapremo qualcosa di più preciso». Trotta, 28 anni, da otto studia tecniche di respirazione e introspezione: «A vent’anni ho fatto, per puro caso, il corso che adesso insegno. Prima ero un ciclista professionista, era il mio lavoro, facevo le gare, poi ho scoperto i benefici che mi dava meditare e l’ho trasformato nella mia vita».

L’idea è creare momenti di aggregazione partendo da un’attività che chiunque possa svolgere: «Per fare meditazione non servono requisiti, tutti possono praticarla in piena sicurezza». E per far conoscere l’attività, col movimento Catania medita ha organizzato il primo pomeriggio gratuito e aperto al pubblico: «Era il 21 giugno, l’idea era di farne uno in occasione di solstizi ed equinozi». Poi, però, il primo appuntamento ha avuto successo e ha pensato di replicare nel giro di poco più di un mese: «Voglio rendere la meditazione una cosa per tutti e il gruppo fa sì che gli effetti siano molto più potenti: è come se le energie di ciascuno si espandessero e permettessero di raggiungere più facilmente la pace della mente». E a proposito di pace, l’appuntamento di ieri aveva una dedica speciale: «A Gaza e alla questione israelo-palestinese, perché la guerra è solo un fatto umano».

Tra i partecipanti alla sessione di meditazione di gruppo c’è chi, come Giuseppe, racconta che la sua vita è cambiata da quando ha iniziato un percorso di introspezione: «Prendevo psicofarmaci per l’ansia e la depressione, adesso non ne prendo più – dice – Faccio i miei esercizi di meditazione e respirazione anche in casa, almeno per un’ora: quando percepisco di essere più ansioso, mi siedo sul tappetino e inizio». Ma c’è pure chi alla meditazione è arrivata attraverso lo yoga, e allo yoga attraverso un altro sport. Claudia Signorelli, 25 anni, adesso lo insegna: «Ho iniziato cinque anni fa, perché avevo un problema alla spalla dato dal nuoto e lo yoga me l’ha risolto». Secondo lei, eventi come quello di ieri «creano partecipazione e aiutano a distendere la mente, pratiche utilissime in un momento storico di crisi come questo». Accanto a Claudia c’è sua madre, Patrizia, 60 anni: «È un’esperienza interessante, il posto è meraviglioso e per chi fa yoga, io ormai da tre anni, la meditazione è parte del percorso».

«I benefici di yoga e meditazione li noti nel quotidiano, dal modo di affrontare i problemi», afferma Marina, 53 anni, che pratica yoga da quattro anni e mezzo. Poco distante, con la schiena poggiata sul tronco di un albero c’è Marika, 37 anni, volontaria di Art of living: «Ho cominciato a novembre e da allora è cambiato radicalmente il mio modo di vivere e di lavorare. Sono una psicoterapeuta – spiega – Trasmettere ai pazienti le nozioni di filosofia che ho imparato è molto semplice, chiunque è in grado di comprenderle». La base di possibili interessati alla meditazione è molto ampia e il capoluogo etneo, secondo Alessandro Trotta, è piuttosto ricettivo: «Sono convinto che un giorno riuscirò a portare alla meditazione almeno un migliaio di catanesi».

Luisa Santangelo

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