La gara si gioca dopo due giorni dall'arresto del proprietario del club. Le due curve del Massimino chiedono, sin dal primo minuto, la cessione della società. Sul campo la squadra soffre e viene contestata. Ma le reti di Calil e Falcone valgono tre punti. A fine partita applausi ma anche fischi per i protagonisti in campo
Catania-Matera 2-1, più fischi che gioco Pancaro: «Vicenda Pulvirenti ha inciso»
Il Catania vince in mezzo alla contestazione. Durante la partita col Matera, a due giorni dall’arresto del patron Antonino Pulvirenti per la vicenda Wind Jet, le curve del Massimino protestano contro il proprietario del club invitandolo a cedere in fretta le sue quote. E la Nord se la prende pure con l’allenatore e con la squadra. Anche dopo che, trascorsa quasi un’ora di sofferenza, in 15 minuti i rossazzurri segnano le due reti determinanti per il 2-1 finale. Che invece basta a valere gli applausi di un’altra parte dello stadio.
Fino alla rete di Calil, gli ospiti avevano gestito meglio la partita. Mancando la rete del vantaggio a pochi minuti dall’intervallo, quando Infantino calcia alto a pochi passi da Liverani vicino alla linea di porta. Pericolo che vale i fischi dell’intero stadio verso la squadra e i rimproveri della curva Nord diretti a Pancaro, l’allenatore. Lo spettacolo offerto, che se fosse stato gradevole avrebbe almeno potuto diluire la rabbia mostrata dai tifosi nei confronti di quel che da mesi accade fuori dal rettangolo di gioco, ha finito con l’addensarla sui protagonisti in campo.
La gara è cambiata insieme al risultato. Al 54esimo, Calderini – entrato in campo poco prima, per Musacci – conclude al volo un traversone dalla sinistra di Falcone. Sulla traiettoria interviene il portiere Bifulco, che devia il pallone senza allontanarlo dalla porta. Rapace arriva Calil, che di testa decide la rete. Quindici minuti dopo, senza che succeda nulla nel frattempo, Di Cecco propizia il raddoppio. Stoppa palla a centrocampo, corre per qualche metro, fa partire un suggerimento rasoterra che taglia la difesa e raggiunge in area lo scarpino già carico di Falcone che, seppure scivolando per la trattenuta dell’avversario, piazza il due a zero con potenza e precisione sul palo lontano.
Il Matera, che nel secondo tempo era andato una volta alla conclusione in porta, risponde alla fine. A dieci minuti dal termine il pallone, che schizza impazzito all’interno dell’area del Catania, tocca due volte la traversa. Si disperano prima Gammone e poi Letizia. A beneficiare degli errori dei compagni è Infantino, che entra due volte nel tabellino in un colpo solo. Nell’elenco dei marcatori, per avere depositato il pallone in rete. E pure in quello degli ammoniti, per averlo ripreso dal fondo del sacco. Con gli ospiti nuovamente in partita, sostenuti anche da un centinaio di sostenitori in trasferta, il Catania arretra e ricomincia a soffrire.
Gli stessi tifosi rossazzurri che prima avevano fischiato questo atteggiamento, a pochi minuti dalla possibile vittoria incoraggiano la squadra al grido: «Non mollare». Liverani, però, commette esattamente l’errore temuto: molla il pallone, dopo avere tentanto di arraffarlo in uscita bassa, proprio sugli scarpini di Infantino. L’attaccante avversario, superata la sorpresa d’avere consegnata sui piedi l’occasione buona del pareggio, conclude in porta e segna. A fermare l’esultanza del Matera, e l’aggiornamento del risultato sul tabellone, è però la bandierina del guardalinee. Che sul momento in pochi hanno avuto la freddezza di cercare, ma era già alzata.
La contestazione ritorna a gara già finita. Mentre la squadra e l’allenatore salutano, la curva Nord volta loro le spalle chiedendo più impegno. Un’altra parte dello stadio, invece, applaude. La restante aveva già lasciato gli spalti senza troppo curarsi dell’arrivederci al prossimo appuntamento. Fuori dallo stadio, del resto, la partita non è l’unico oggetto di discussione. Un gruppetto di tifosi etnei, per esempio, anziché di Catania e Matera, si intrattiene a parlare del Parma. Dopo aver visto il proprietario del loro club scortato dai finanzieri con l’accusa di bancarotta fraudolenta, temono il fallimento. Come accaduto di recente alla società emiliana, ripartita dai dilettanti. E, soprattutto, sono preoccupati che per un compratore possa essere più conveniente rilevare il club all’asta, piuttosto che al tavolo delle trattative.
Anche in sala stampa il calcio giocato non è l’unico argomento. La recente vicenda legata al patron del club, già arrestato nell’inchiesta I treni del gol, «dispiace umanamente a me, alla squadra ed ha inciso – dichiara Pancaro – Inutile negarlo». Ma spiega le difficoltà del gruppo «anche per via della pressione che ci imponeva di vincere. Considerato che i tre punti mancavano da tempo». Il collega del Matera, Pasquale Padalino, si rammarica per l’occasione mancata nel primo tempo «e per gli errori individuali, frutto della disattenzione dei miei giocatori e della bravura di quelli del Catania, che hanno causato le due reti che hanno deciso l’incontro». Le proteste dei tifosi rossazzurri sono commentate dall’attaccante Caetano Calil: «Non siamo fenomeni, non prendiamo miliardi, abbiamo dei limiti, ma diamo l’anima per uscire fuori da questa situazione di classifica e potere presto guardare più in alto».
Il Matera non aveva mai perso nelle ultime 12 partite. Il Catania ne aveva vinta solo una delle sei più recenti. I tre punti valgono ai rossazzurri altrettante lunghezze di distacco dalla zona retrocessione. A metà classifica, con 23 punti, giocheranno la prossima gara contro l’Ischia. Che in classifica è terzultimo con 17 punti.