Se è vero che “La pubblicità è l’anima del commercio“, a Catania al momento è anche l’anima delle polemiche. Da una parte ci sono i big del settore – la società Damir di Dario Mirri, l’attuale presidente del Palermo Calcio, e le ditte Traguardi e Alessi – dall’altra parte c’è l’amministrazione comunale decisa, almeno così […]
Le polemiche sulle nuove norme per gli impianti pubblicitari a Catania tra vecchie e nuove tecnologie
Se è vero che “La pubblicità è l’anima del commercio“, a Catania al momento è anche l’anima delle polemiche. Da una parte ci sono i big del settore – la società Damir di Dario Mirri, l’attuale presidente del Palermo Calcio, e le ditte Traguardi e Alessi – dall’altra parte c’è l’amministrazione comunale decisa, almeno così sembrerebbe sulla carta, a normare gli impianti pubblicitari e, in particolare, quelli di nuova generazione e digitali come i led. Nonostante l’estate, solo negli ultimi due mesi sono state oltre venti le sedute della commissione Tributi, Regolamenti e Attività produttive per discutere delle modifiche al Regolamento affissioni e pubblicità dell’ente comunale: un documento datato 2016. Dentro l’aula di Palazzo degli elefanti adesso si attende la votazione da parte del Consiglio comunale degli emendamenti presentati al regolamento; intanto fuori dal palazzo tra nuovi equilibri ancora in bilico nel settore, c’è chi sottolinea alcune anomalie riscontrate lungo le strade della città.
Tra gli ultimi emendamenti presentati quello che sta facendo più discutere è quello firmato dai consiglieri comunali Pier Maria Capuana (Forza Italia) e Erio Buceti (Fratelli d’Italia), per «consentire video animati full motion su strade pedonali o semipedonali e in slow motion sulle strade aperte alla normale circolazione veicolare, con spegnimento dei led dall’una di notte alle 7 del mattino». Nel testo vengono inoltre equiparati «impianti a led e cartacei sulle distanze previste secondo il Codice della strada», per quanto riguarda i limiti da rispettare in relazione a semafori, strisce pedonali, incroci. Nel documento ufficiale presentato a firma dei consiglieri si chiede anche di «maggiorare del 20 per cento la tariffa d’imposta per gli impianti a led». Una questione su cui non sono mancate le prese di posizione da parte delle aziende del settore che, nell’ultimo periodo, sono state anche invitate a partecipare e intervenire nel corso delle sedute della commissione.
Equiparazione tra vecchie e nuove tecnologie che però non vede tutti d’accordo. «Si vorrebbe introdurre una inammissibile, illegittima, non consentita né prevista “deroga alla deroga” – si legge nelle osservazioni inviate al presidente del Consiglio comunale di Catania e ai capigruppo da parte dell’avvocato Giuseppe Currao per conto della società Traguardi – consentendo l’istallazione di impianti a led anche senza osservare le distanze minime previste […] con evidenti gravissime conseguenze per la sicurezza nella circolazione stradale e con possibili pesanti ricadute sul bilancio comunale per i prevedibili indennizzi che il Comune dovrà pagare ogni qual volta un incidente stradale sia imputabile all’abbagliamento di un impianto pubblicitario a led posto in violazione delle distanze previste».
Tra un’osservazione e l’altra, il legale della ditta fa riferimento a leggi precise che normano le installazioni degli impianti pubblicitari. «Nella proposta di deliberazione, il dirigente proponente si è ricordato del primo divieto (cioè quello di posizionare impianti che possono costituire ostacolo o impedimento alla circolazione degli invalidi, ndr) e, stranamente quanto contraddittoriamente, si è scordato – si legge nel documento – del secondo divieto (ovvero quello di installare impianti che possono provocare abbagliamenti, ndr) consentendo ora, in palese violazione della norma di legge, la pubblicità nelle paline e nelle pensiline delle fermate degli autobus e nelle transenne parapedonali anche a mezzo di pannelli a Led». Dispositivi con display ad alta luminosità e con tecnologie digitali che fanno parte di un processo di modernizzazione della rete degli impianti pubblicitari stradali «capaci di offrire maggiore sostenibilità ambientale, flessibilità e decoro urbano», sostiene invece Giuseppe Sciuto, amministratore unico di Affissione.com Srl, convinto che «l’attuale prevalenza di impianti in carta comporta un evidente impatto negativo sull’immagine urbana della città di Catania, sia in termini di degrado visivo che di qualità dell’arredo urbano».
Di contro, i moderni impianti a led con sistemi di regolazione automatica dell’intensità luminosa «garantiscono un impatto visivo praticamente identico a quello degli impianti di carta», si legge ancora nelle osservazioni presentate dalla ditta a chi sul punto dovrà presto prendere decisioni importanti. Non ci sarebbero dunque da temere problemi legati a fenomeni di abbagliamento che potrebbero provocare distrazioni con le nuove tecnologie, che non esistevano quando è stato redatto il regolamento obsoleto che risale a quasi dieci anni fa e che è ancora in vigore nella città di Catania. A Palermo, per esempio, a cinque anni dall’approvazione del nuovo regolamento che prevede anche la presenza di impianti a led a distanze più ridotte, non si sarebbe registrato alcun incremento di incidentalità. E ci sarebbe poi anche un aspetto ambientale da non sottovalutare: «La carta stampata con inchiostri industriali e collanti chimici – conclude Sciuto – rappresenta un rifiuto speciale, con evidenti ricadute ambientali e costi per la collettività».