Pippo Russo, giornalista esperto di strategie economiche del calcio, parla del fondo di investimento di cui è a capo Nelio Lucas, in ottimi rapporti con Pablo Cosentino. «Finanzia club in crisi, ma alla lunga il rischio è la perdita dell'autonomia gestionale». Critico il suo giudizio sulla dirigenza
Catania, il possibile contributo di Doyen Russo: «Attenzione alle conseguenze»
Pippo Russo è un giornalista siciliano. Scrive di calcio e nel 2014 ha pubblicato un libro dal titolo Gol di rapina (il lato oscuro del calcio globale). Un lavoro nel quale si ricostruisce l’articolata matassa che muove i trasferimenti dei calciatori da un club all’altro. In questi affari, un ruolo di primo piano viene attribuito ai cosiddetti fondi di investimento. «Sono dei gruppi di investitori che finanziano i club nell’acquisto dei calciatori oppure comprano loro stessi il cartellino», spiega Russo.
Nel libro si fa spesso riferimento al Doyen sports investments, fondo di investimento con sede legale a Malta che mantiene rapporti di lavoro su quasi tutto il territorio calcistico mondiale. In questo mosaico di relazioni, secondo il giornalista, ci sarebbe anche il Catania. «L’amministratore delegato Pablo Cosentino e il capo del fondo Nelio Lucas sono in ottimi rapporti – sottolinea Russo – almeno a partire dal luglio 2013». Accadde proprio allora che «Cosentino, Lucas, il presidente della Lazio Claudio Lotito, quello del Genoa Enrico Preziosi e il vice presidente del Milan Adriano Galliani si incontrarono in un albergo di Taormina». Non un hotel a caso ma «uno di proprietà del presidente del Catania Antonino Pulvirenti. Partecipò anche lui alle riunioni».
Quegli incontri, raccontati dalla stampa con articoli e fotografie, sono tornati recentemente di attualità. Doyen è stato indicato tra i soggetti interessati alla trattativa per la
cessione del Milan. «Non mi risulta che il fondo abbia mai comprato quote di un club, opera diversamente», continua Russo: «Se una società chiede aiuto, magari perché ha poca liquidità o ha i conti in rosso, Doyen può farle un prestito ma attenzione, il tasso di interesse può essere elevato». Esistono dei precedenti: «Al Santos, club brasiliano, è stato praticato un tasso del 48 per cento, e non è riuscito a restituire il denaro – prosegue – Alcuni giornali spagnoli sostengono che i due milioni prestati al Gijon nel 2011 siano diventati sei. Il passivo del club pare abbia raggiunto i 30 milioni».
La prossima stagione il Catania è chiamato a riconquistare a tutti i costi la serie A. Altrimenti, come spiegato a
MeridioNews da Marco Bellinazzo (esperto de Il Sole24 ore), «il club dovrà riprogrammare il futuro e ripartire dai giovani per mantenere i conti in ordine». Il campionato si prospetta molto competitivo e investire sul calciomercato potrebbe essere fondamentale. Tuttavia, alla società mancheranno sia i soldi delle pay-tv (nell’ultimo bilancio valevano da soli il 76 per cento del fatturato netto) che il paracadute milionario ricevuto dopo la retrocessione in serie B.
In questo scenario Doyen potrebbe investire nel Catania? La risposta di Russo: «Potrebbe finanziare il club. Ciò significa investire dei capitali per guadagnarne di più». Se ciò accadesse «sarebbe interessante conoscere i termini dell’eventuale operazione». E puntualizza: «I rapporti che possono nascere tra un club e un fondo di investimento, possono determinare una condizione di dipendenza economica e di perdita dell’autonomia gestionale».
Il punto di vista di Russo è critico anche sull’operato del Catania. Il presidente Pulvirenti, negli ultimi due anni si è affidato a Cosentino, definendolo una risorsa per il club: «Se è una risorsa, a mio avviso non lo è certamente per il Catania. Ha acquistato giocatori dal valore non eccelso e non risulta abbia portato con sé dei capitali. In due anni di gestione il Catania è passato dall’ottavo posto in serie A fino al rischio retrocessione in Lega Pro». Conclude Russo: «I risultati parlano a suo sfavore, sono dati oggettivi».