Anno nuovo, vecchi problemi. E se possibile ancora più grossi, con l’emergenza rifiuti sempre più all’ordine del giorno, in particolare nei due capoluoghi più grandi della regione, Palermo e Catania, dove le strade sono tornate a essere invase da spazzatura, nonostante qualsiasi tentativo di raccolta differenziata o provvedimenti straordinari. E la questione è già diventata […]
Foto di Giuseppe Paternostro - Facebook
Catania e Palermo, inizio anno nella morsa dell’emergenza rifiuti. Chiesta audizione all’Ars, ultimatum di Lagalla
Anno nuovo, vecchi problemi. E se possibile ancora più grossi, con l’emergenza rifiuti sempre più all’ordine del giorno, in particolare nei due capoluoghi più grandi della regione, Palermo e Catania, dove le strade sono tornate a essere invase da spazzatura, nonostante qualsiasi tentativo di raccolta differenziata o provvedimenti straordinari. E la questione è già diventata un caso politico tra i banchi dell’Assemblea regionale, dove per primo Giuseppe Lombardo, deputato di Sud chiama Nord, ha chiesto la convocazione in commissione Ambiente non solo dell’assessore regionale all’Energia Roberto Di Mauro e di quella all’Ambiente Elena Pagana, ma anche del pacchetto dirigenziale della Regione, con la dirigente generale del dipartimento Ambiente Patrizia Valenti e dei sindaci di Palermo e Catania insieme ai presidenti delle Srr delle rispettive aree metropolitane.
E se a Catania i problemi secondo l’amministrazione Trantino sono imputabili all’insufficienza di mezzi e personale per coprire il fabbisogno cittadino, più complicata è la situazione del capoluogo di Regione, dove la Rap, partecipata del Comune che si occupa del ciclo dei rifiuti, è piombata di nuovo in un momento non florido anzitutto sul piano finanziario, con un’emorragia di liquidità che nei primi nove mesi dell’anno appena trascorso si è tradotta in un rosso di 7,3 milioni di euro, senza contare gli enormi danni subiti in estate con gli incendi all’impianto di Bellolampo. Un tema, quello del cattivo stato di salute della Rap, su cui il sindaco di Palermo, Roberto Lagalla, sembra non voler sentire ragioni, arrivando a minacciare persino la privatizzazione del servizio o di alcune sue parti e lanciando un ultimatum al management della partecipata – che al momento mantiene stretto il proprio incarico – per la realizzazione di un nuovo piano industriale.
«Non è possibile rimanere appesi mani e piedi a un’azienda se entro l’estate non si arriva a una razionalizzazione del servizio di raccolta e raddoppiare la differenziata» dice il primo cittadino palermitano, intervenuto alla trasmissione Agorà di Trm. Parole che ovviamente non hanno lasciato insensibile l’opposizione, con Massimo Giaconia, capogruppo di Progetto Palermo, che attacca: «L’amministrazione non ha neanche provveduto al trasferimento dei 20,3 milioni di euro di crediti riconosciuti alla Rap per la gestione del percolato delle vecchie vasche di Bellolampo, nonostante il consiglio comunale abbia approvato l’11 ottobre 2023 la delibera di variazione di bilancio e il 13 ottobre 2023 la delibera per il riconoscimento del debito fuori bilancio – dice – Il sindaco, invece di concentrarsi a dare ultimatum alle aziende minacciando la privatizzazione, si adoperi, nella qualità di socio unico, a portare a compimento gli atti amministrativi autorizzativi per il trasferimento dei crediti che la Rap vanta e quelli necessari per consentirle le assunzioni degli autisti e operai di cui sono in itinere i processi concorsuali».