Sono datati 15 e 22 giugno i due provvedimenti del Comune di Catania per deviare torrenti e canali in zone lontane da quelle balneabili. E la stagione si è aperta ufficialmente all'inizio del mese. «È assurdo che ogni anno non vengano adottate soluzioni tempestive», dichiara Matteo Iannitti di Catania bene comune. Guarda le foto
Scarichi in mare, denuncia su fogne accanto ai lidi «Da quanto facciamo il bagno a queste condizioni?»
«Oggi è 23 giugno, la stagione balneare si è aperta ufficialmente a inizio mese ed è stato emesso solo ieri un provvedimento, adottato dagli uffici di Manutenzione del Comune di Catania, che riguarda la deviazione, tra gli altri, del torrente Fontanarossa, che ha letteralmente invaso una parte del litorale della Plaja. Ma da quanto tempo le persone stanno facendo il bagno in una situazione inaccettabile dal punto di vista della salute pubblica?». È questa la premessa con cui si è aperto l’incontro di questa mattina, alla foce del torrente nei pressi di uno dei lidi di viale Kennedy, organizzato da Catania bene comune, Sinistra italiana e comitato No Pua per accendere, ancora una volta, i riflettori sul problema dei reflui lungo il litorale etneo.
Considerata «l’indifferibilità dei predetti interventi al fine di evitare concreti rischi ambientali in caso di sversamenti in mare», si legge in un documento del Comune datato 15 giugno 2017, è necessario provvedere allo stanziamento di 70mila euro per i «lavori urgenti per la stagione balneare 2017». È del 22 giugno, poi, un secondo documento simile: viene nominato il responsabile unico del procedimento, che avrà il compito di vigilare sull’affidamento dei lavori e sul loro regolare svolgimento. Gli interventi da eseguire, di preciso, sono i seguenti: «Sbarramenti dei canali e dei torrenti (torrente Fontanarossa-Forcile, canale Cintura, sbocchi a mare stazione centrale e piazza Europa), necessari per «consentire la balneazione nelle spiagge e nelle scogliere della città».
«È dall’ultima glaciazione che l’estate arriva grossomodo in questo periodo – ironizza Matteo Iannitti di Catania bene comune – ed è assurdo che ogni anno dobbiamo tornare sull’argomento perché non vengono adottate tempestivamente soluzioni che permettono alla stagione di iniziare con puntualità». Non è una questione di «allarmismo o panico», chiarisce Iannitti, «ma fa impressione sentire nei pressi di piazza Europa quell’odore assurdo di fogna. E vedere a distanza di dieci metri famiglie e bambini che fanno il bagno». Il solarium di piazza Europa è stato inaugurato proprio la settimana scorsa e i cartelli di divieto di balneazione, che il Comune ha l’obbligo di esporre, sono posizionati nell’area bassa della piattaforma.
«Come si fa a inaugurarla sapendo che sotto c’è uno scarico fognario ancora aperto?», domanda Matteo Iannitti, che sottolinea come il problema si estenda fino a San Giovanni Li Cuti creando una situazione di emergenza ormai sotto gli occhi di tutti. «Dovremmo interrogarci – conclude – su una città che almeno al 60 per cento non è agganciata a una rete fognaria, e su dove finiscono le acque nere». «Questa situazione va avanti da decenni e basterebbe girare una manopola per convogliare queste acque verso torrenti più a sud, e quelle della scogliera verso il depuratore di Pantano d’Arci», suggerisce Marcello Failla di Sinistra italiana, che annuncia l’intenzione – anche quest’anno – di inviare alla procura della Repubblica i documenti sull’inquinamento delle acque affinché si individui un responsabile.
«Ancora siamo nella fase iniziale del provvedimento – continua – e la stagione nel frattempo è iniziata, anche con la rabbia degli operatori alle prese con un’oscenità che non si può nascondere. Se cominciamo adesso i risultati li vedremo a settembre, praticamente a stagione balneare conclusa». «La situazione di emergenza è avvalorata dal fatto che le tartarughe non vengono più a deporre le uova da queste parti e tra i motivi c’è anche l’inquinamento del mare», commenta Giolì Vindigni componente del comitato No Pua e attivista del Wwf. «Come si può davvero destagionalizzare la Plaja, implicazioni ambientali ed economiche a parte, quando è ridotta in questa maniera, con i detriti dei lidi abbandonati e i fiumi con i liquami che scaricano in acqua?», domanda Vindigni.