Catania-Avellino 3-1, ecco chi sale e chi scende Sarno risponde presente: Calapai e Pinto incerti

Mai come in questo caso vittoria fa rima con liberazione. Dopo un mese di astinenza, al culmine di un periodo molto difficile a causa delle voci riguardanti l’incerto futuro societariola partenza di tanti giocatori importanti, i rossazzurri riescono a ribaltare l’iniziale svantaggio, segnando tre reti all’Avellino e rafforzando la propria posizione in zona playoff. Ecco chi si è distinto nel turno infrasettimanale del Massimino. 

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Sarno: Può sembrare strano, ma fino al 38′ del secondo tempo il numero 7 del Catania avrebbe meritato per distacco la palma di peggiore in campo. Svogliato e fuori tempo, con tante palle perse sulla trequarti, il folletto napoletano sembrava nella sua classica giornata no. Il calcio di rigore, realizzato con grande freddezza e precisione, rappresenta l’ovvio spartiacque della sua gara. Negli istanti finali è bravo a seguire Barisic lanciato a tu per tu con Tonti, mettendoci la testa sulla ribattuta del portiere irpino per il gol del definitivo 3-1. Un calciatore ritrovato, di cui il Catania ha fortemente bisogno. 

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Curcio: Il nuovo numero 10 del Catania mantiene le belle impressioni lasciate intravedere durante il suo ingresso a partita in corso col Potenza. Schierato stavolta dall’inizio, l’ex Vicenza svolge un ruolo fondamentale nel cucire i reparti d’attacco e di centrocampo, duettando molto bene con Biondi e cercando di supportare al meglio Curiale. Il suo tiro al volo di sinistro a inizio gara è bello per coordinazione, ma facile per Tonti. La capacità di svariare lungo tutta la trequarti, invece, lo rende una scheggia impazzita difficile da marcare per la retroguardia avellinese. Prova a rendersi pericoloso anche nella ripresa senza fortuna: si dimostra giocatore interessante. 

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Curiale: Il numero 11 bagna la sua centesima presenza in maglia rossazzurra con la rete che dà il via alla rimonta. Il gol del provvisorio 1-1 è doppiamente prezioso: in primis perché arriva nel momento più difficile, qualche minuto dopo il vantaggio avellinese. In seconda battuta, rivitalizza una squadra che in quel momento non meritava affatto lo svantaggio. Esce a fine primo tempo per una botta ricevuta: il suo peso in avanti, però, sarà molto importante nel proseguo della stagione. 

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Pinto: Altra gara sotto tono per il terzino sinistro rossazzurro. È bene chiarire che la sua prova non è gravemente insufficiente, ma resta comunque macchiata dalle sue lacune a livello tecnico. Incerto in fase difensiva, con Micoschi che riesce spesso e volentieri a puntarlo e superarlo (soprattutto nella ripresa), mostra scarsa abilità anche quando si tratta di attaccare: non riesce quasi mai a fare la cosa giusta, mettendo in difficoltà sia il partner d’attacco che i colleghi del reparto arretrato. La sua grande volontà, purtroppo, non è sufficiente a promuoverlo. 

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Calapai: Le catene difensive esterne del Catania, stavolta, non hanno funzionato alla perfezione. Calapai conferma le difficoltà lasciate intravedere anche durante la gara col Potenza, mostrando qualche imprecisione di troppo in fase propositiva. Tanti cross sbagliati da parte del terzino destro ex Carpi e Modena, così come troppe palle perse che innescano ripartenze spesso pericolose. Non è sicuramente nel suo periodo di maggior lucidità in stagione: la speranza è che si riprenda presto. Il Catania ha bisogno della sua spinta costante. 

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Di Molfetta: Il numero 8 del Catania non si rende protagonista di una gran partita. Lucarelli lo fa svariare lungo tutto il fronte d’attacco, proponendolo sia alle spalle della punta, che sulle fasce sinistra e destra. Lungo la corsia mancina dà sempre il suo meglio, data l’abilità di fintare, rientrare sul destro e crossare in maniera precisa. Il problema è che oggi non riesce mai a essere decisivo. Non si tratta comunque di una bocciatura: il calciatore scuola Milan lotta sempre come un leone. È solo mancata la lucidità, elemento necessario per chi gioca negli ultimi metri davanti la porta. 


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