Prima il pestaggio e poi la sparatoria. Sono stati momenti di forte tensione quelli vissuti all’interno di un autonoleggio in via Negrelli, traversa del più noto viale Mario Rapisardi, lo scorso 27 maggio. Una data da cerchiare in rosso perché, da quel pomeriggio, a Catania si è assistito a un susseguirsi di sparatorie e agguati. […]
Catania, scattano gli arresti per la sparatoria all’autonoleggio. Tra un presunto debito e la mediazione armata del suocero
Prima il pestaggio e poi la sparatoria. Sono stati momenti di forte tensione quelli vissuti all’interno di un autonoleggio in via Negrelli, traversa del più noto viale Mario Rapisardi, lo scorso 27 maggio. Una data da cerchiare in rosso perché, da quel pomeriggio, a Catania si è assistito a un susseguirsi di sparatorie e agguati. Adesso, però, secondo quanto risulta a MeridioNews, gli investigatori della Squadra mobile della polizia hanno messo insieme i tasselli di quanto successo all’interno dell’attività commerciale MG. Sigla che corrisponde al nome dell’imprenditore Giuseppe Micale, finito agli arresti domiciliari insieme al padre, Rosario Micale. Tutti e due, il 27 maggio, avrebbero avuto una discussione molto accesa, a quanto pare culminata con un pestaggio, con una persona accusata di avere contratto un debito nei loro confronti e non averlo ripagato. Non è chiaro, però, se nell’ambito del noleggio auto o per altre attività.
In questa fase sarebbe entrato in scena Salvatore Musumeci, suocero del presunto debitore. L’uomo si sarebbe presentato in via Negrelli e avrebbe perorato la causa del genero armato di pistola: non esitando nel premere il grilletto per diversi colpi. A fargli compagnia in questa spedizione sarebbe stato un secondo uomo – Giovanni Balsamo – finito ai domiciliari, mentre per Musumeci è scattata la custodia in carcere. Musumeci, attivo nel quartiere San Cristoforo, è cugino acquisito di Enzo Timonieri, meglio noto con l’appellativo di Caterina. Il 26enne venne ucciso il 12 febbraio 2021 e il cadavere ritrovato sepolto in contrada Vaccarizzo dopo le dichiarazioni dei fratelli pentiti Michael e Antonio (detto Ninni) Sanfilippo che si sono autoaccusati. Nel regolamento di conti di via Negrelli hanno avuto un ruolo, almeno secondo le accuse, anche due donne, vicine al presunto debitore: Sebastiana Musumeci e Concetta Rita Saitta. Entrambe avrebbero fornito il loro contributo per la custodia dell’arma utilizzata.
Sembra sgonfiarsi almeno per il momento l’ipotesi di un regolamento di conti tra cosche mafiose contrapposte. In città, tuttavia, il clima resta rovente come dimostrano i recenti fatti di cronaca. L’ultimo, in ordine di tempo, rimanda al ferimento di un 32enne che si è presentato al Pronto soccorso dell’ospedale Garibaldi centro con un proiettile nel gluteo sinistro. Prima era toccato a un pregiudicato, gambizzato mentre era in sella al proprio scooter nel rione villaggio Sant’Agata.