Un centinaio di persone ieri sera si sono date appuntamento in piazza teatro massimo, a catania, per il concerto che alcuni professori d'orchestra, insieme con il coro del teatro "vincenzo bellini" diretti da antonio manuli e dal secondo maestro del cor, o gaetano costa, hanno tenuto sotto le stelle, per cercare di sensibilizzare la città e l'opinione pubblica sui problemi che il teatro attraversa ormai da tempi immemorabili. L'anno scorso erano stati i dipendenti di una cooperativa che si occupava delle pulizie sia del teatro bellini che del sangiorgi ad occupare il teatro. Oggi è l'intero teatro che rischia il collasso.
Catania, al collasso ‘il carillon’ della città
Un centinaio di persone ieri sera si sono date appuntamento in piazza Teatro Massimo, a Catania, per il concerto che alcuni professori d’orchestra, insieme con il coro del teatro “Vincenzo Bellini” diretti da Antonio Manuli e dal secondo maestro del cor, o Gaetano Costa, hanno tenuto sotto le stelle, per cercare di sensibilizzare la città e l’opinione pubblica sui problemi che il teatro attraversa ormai da tempi immemorabili. L’anno scorso erano stati i dipendenti di una cooperativa che si occupava delle pulizie sia del teatro Bellini che del Sangiorgi ad occupare il teatro. Oggi è l’intero teatro che rischia il collasso.
I conti correnti del teatro sono in rosso, non è possibile pagare nulla , né le bollette né gli stipendi. I dipendenti del teatro a finire sulla strada sono trecento, trecento famiglie che non percepiscono stipendi da due mesi e che già da tempo fanno salti mortali e capriole, per riuscire a sopravvivere.
Da tempo i dipendenti chiedono anche di poter organizzare manifestazioni gratuite e concerti in tutta la città, poter andare nelle piazze fra la gente, per portare la “bella musica” ed il “bel canto”ovunque ma, purtroppo, a qualcuno non interessa che questo avvenga.
Il 12 agosto scorso è stato approvato dall’Ars il ddl che destina 2 milioni di euro ai teatri, ma di quei 2 milioni di euro, solo 300.000 sono stati destinati al Teatro Massimo. “Come faranno a coprire i tre stipendi “arretrati” che i trecento dipendenti non hanno ancora percepito?” si chiedono i musicisti. Ma giusto per non doversi porre di questi “problemi” neanche questi “spiccioli” sono stati ancora pagati.
Insomma, il fiore all’occhiello di Catania, il “carillon” della città, come lo definiscono i catanesi, rischia di chiudere .
“Il teatro è un emozione continua – dice a LinkSicilia Loretta Nicolosi, una delle bellissime voci del coro – trasuda arte perfino dai tetti e dalle pareti. Quando noi guardiamo da dietro il tendone e vediamo il pubblico riempire la sala in religioso silenzio aspettando che noi si cominci, l’emozione diventa fortissima e ti sembra di poter abbracciare quelle persone venute li solo per ascoltare il tuo canto su note scritte da anime “uniche” e la passione dei presenti in sala si fonde con la tua e pubblico e artista diventano tutt’uno.”
“Poco fa eravamo dentro, a porte chiuse ci preparavamo a scendere in piazza, poi nelle sale si è sparsa la voce della Callas che intonava la Casta Diva…. bisogna viverle certe emozioni..” dice Loretta Nicolosi che si emoziona mentre parla e ci emoziona.
E l’emozione cresce ancora quando in mezzo al pubblico i musicisti vedono una bandiera No Muos portata in piazza da un gruppo di indipendentisti catanesi che da mesi seguono e lottano anche loro contro le antenne di Niscemi..
Sono loro, i cantanti del coro che chiedono che qualcuno parli ai presenti, l’impegno del nostro giornale è riconosciuto da tutti presenti e nostro malgrado, per un istante dismettiamo i panni del “cronista” e raccontiamo gli ultimi eventi a gente venuta li apposta o forse per caso, ad ascoltare soltanto della buona musica….