Con le accuse di disastro e omicidio colpo la procura di Termini Imerese ha iscritto nel registro degli indagati i coniugi Pace, nella cui abitazione hanno trovato la morte lo scorso 3 novembre nove persone, dopo l'esondazione del torrente Milicia
Casteldaccia, indagati i proprietari della villa abusiva Tar aveva ordinato abolizione nel 2008, mai eseguita
Disastro e omicidio colposo. Con queste accuse la procura di Termini Imerese ha iscritto nel registro degli indagati i proprietari della villetta costruita abusivamente, in cui il 3 novembre trovarono la morte nove persone, imparentate tra loro – fra cui una bimba di un anno, un piccolo di 3 anni e un ragazzo di 15 – travolte dall’esondazione del torrente Milicia, nel territorio del Comune di Casteldaccia. In quei giorni la terribile ondata di maltempo tra le province di Palermo e Agrigento provocò complessivamente 13 vittime. La coppia di coniugi Pace è la prima a finire sotto inchiesta, ma quasi certamente l’ufficio diretto dal procuratore Ambrogio Cartosio allargherà il campo delle possibili responsabilità agli amministratori di Casteldaccia.
I proprietari della villetta di contrada Cavallaro sono stati i maggiori indiziati sin dall’inizio dell’attività investigativa. Secondo la loro versione, avevano dato la loro casa in comodato d’uso alla famiglia Giordano, non curandosi però del fatto – secondo gli inquirenti – che l’abitazione fosse oggetto di un ordine di demolizione perché abusiva. I Pace avevano sostenuto di non saperlo, cosa non credibile né comunque ammissibile, secondo chi indaga. Anche i sindaci e i responsabili degli uffici tecnici del Comune di Casteldaccia mai si erano preoccupati di eseguire l’ordinanza di abbattimento di quella villetta costruita proprio sulle sponde del torrente Milicia, sebbene il provvedimento risalisse al 15 luglio 2008 e fosse stato notificato il primo agosto successivo.
L’impugnazione al Tar non aveva dato esito e per questo l’ordinanza andava eseguita a maggior ragione. Il 29 aprile 2010, anche in sede penale, il tribunale di Termini Imerese condannò i Pace a tre mesi di arresto e al ripristino dello stato dei luoghi, cioè all’abbattimento dell’opera abusiva. La sentenza venne notificata agli interessati il 28 giugno di nove anni fa e venne trasmessa anche al Comune. In tutti questi anni non c’è stato mai alcun adempimento nel senso indicato dai magistrati, amministrativi e penali.