Casteldaccia, arrestato sindaco Di Giacinto e il vice Appalti concessi in cambio di assunzioni o incarichi

Tangenti sotto forma di assunzioni di parenti o amici, o attraverso l’affidamento di incarichi, per poter lavorare con il Comune di Casteldaccia. Con queste accuse i carabinieri hanno arrestato questa mattina cinque persone: il sindaco Giovanni Di Giacinto, il vicesindaco Giuseppe Montesanto, l’assessore Marilena Tomasello, la funzionaria Rosalba Buglino e il geometra Salvatore Melino, dell’ufficio tecnico del Comune che fu tristemente reso noto dall’alluvione di un anno fa che spazzò via la vita di nove persone. Nello specifico tutti a vario titolo devono rispondere di corruzione, abuso d’ufficio, falso materiale e ideologico.

Il blitz dei carabinieri di Bagheria è scattato questa mattina all’alba in esecuzione a un’ordinanza di  custodia cautelare firmata dal giudice di indagini preliminari su richiesta del procuratore di Termini Imerese Ambrogio Cartosio e del sostituto Daniele Di Maggio. Gli inquirenti avrebbero accertato decine di casi di corruzione attraverso quella che a quanto pare era una prassi consolidata: gli appalti pubblici del Comune sarebbero stati garantiti soltanto alle aziende che, in cambio dell’aggiudicazione, assumevano persone indicate dalla giunta e più in generale dal Comune.

 Nel 2018 Di Giacinto era stato eletto per la terza volta alla guida di Casteldaccia. Mentre sui luoghi della tragedia del 4 novembre scorso, alla foce del fiume Milicia, tutto sembra essere rimasto fermo, con l’inchiesta della procura di Termini Imerese che avrebbe terminato solo negli scorsi giorni le ultime perizie.

Ed emergono nuovi dettagli sulla vicenda. Di Giacinto  avrebbe firmato un accordo di partenariato tra il Comune e una cooperativa, dietro la promessa di vedere selezionati – come volontari del Servizio civile nazionale 2018 – alcune persone indicate da lui, dal suo vice e dall’assessore Tomasello. I due componenti della giunta si sarebbero spesi per convincere il sindaco a sottoscrivere l’accordo in tempi brevi, in modo che la coop potesse allegare l’intesa alla richiesta di finanziamenti da presentare alla Regione siciliana

Vicesindaco e assessore avrebbero anche collaborato a predisporre i documenti necessari all’accordo di partenariato, tramite contatti con l’assessorato regionale al Lavoro. Il sindaco, secondo le indagini, avrebbe anche favorito una società per l’appalto della raccolta differenziata, chiedendo in cambio l’assunzione di alcuni lavoratori. Infine, la funzionaria Buglino e il geometra Merlino si sarebbero attivati per la concessione di due sanatorie edilizie, predisponendo falsa documentazione per il buon esito delle pratiche, in cambio di «utilità da parte dei richiedenti».


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