«Nonostante un obbligo sancito da sentenze della cassazione, la società non paga l'uso del suolo pubblico». Una denuncia provocatoria quella dei tre consiglieri comunali Curia, La Rosa e Montemagno, relativa all'appalto di gestione dei rifiuti a Catania, affidato all'impresa romana Ipi. Che annunciano l'invio della documentazione alla Corte dei Conti. «L'occupazione costerebbe circa tre euro per metro quadro, moltiplicando per migliaia di cassonetti viene una cifra enorme»
Cassonetti, la denuncia di tre consiglieri «Ipi Oikos non paga il suolo pubblico»
A Catania si producono tanti rifiuti, si differenzia poco e l’uso dei cassonetti è troppo massiccio per avviare una vera svolta. La denuncia, l’ennesima in questo senso, è arrivata l’altro ieri dall’associazione Cittàinsieme. Ma clamorosamente, in un settore le cui criticità sembravano ormai chiare, arriva l’annuncio dei consiglieri comunali di Intesa per Catania: «Quei cassonetti sono abusivi». La società che gestisce la raccoltà all’interno del Comune infatti, il colosso romano del settore Ipi, non pagherebbe al Comune le spese relative all’occupazione del suolo pubblico. «Questa voce non è presente nei capitolati d’appalto, che vale ben 156 milioni di euro», spiegano in una nota congiunta Bartolomeo Curia, Puccio La Rosa e Francesco Montemagno, che ieri mattina in conferenza stampa hanno illustrato quello che sembra essere finora sfuggito a tutti, Comune compreso. E che ieri sera hanno riproposto la questione in Consiglio Comunale, «con una interrogazione all’amministrazione», spiega Curia.
«Da un attento studio abbiamo potuto riscontrare elementi di dubbio per i quali adesso chiediamo alla giunta Stancanelli di fare chiarezza ed ai giudici contabili di verificare come stanno realmente le cose. In particolare continuano i tre consiglieri occorre chiarire come mai, nonostante sia previsto da ben due sentenze della Corte di Cassazione le n.1175 del 11 Giugno 2004 e la n. 14629 del 12 Agosto 2004, il Comune di Catania sembrerebbe non provvedere a riscuotere la tassa per loccupazione del suolo pubblico dei cassonetti per i rifiuti istallati dalla ditta vincitrice dellappalto in esame».
Un calcolo di quanto costi al Comune questo eventuale mancato pagamento non è però possibile farlo così facilmente, spiega Curia. «Consideri che ci sono migliaia di cassonetti, il cui numero non è nemmeno specificato nel capitolato d’appalto. Ma con un costo di circa 3 euro per metro quadro si tratta certo di una cifra enorme». E, in attesa di «mandare tutto il materiale alla Corte dei conti e alla Procura della Repubblica per far verificare se ci sono irregolarità», come afferma Curia, i tre consiglieri ricordano come una parte del capitolato non sia mai stata attuata. «Si tratta dellobbligo di monitorare con sistemi elettronici i cassonetti per i rifiuti con un sistema che ne verifichi ubicazione, peso di quelli depositati e percorso dei mezzi impiegati», concludono.