Sette monumenti Patrimonio dell’Umanità. Palermo incassa il risultato del riconoscimento Unesco, archiviando le polemiche che hanno accompagnato la corsa verso il traguardo. «Un motivo d’orgoglio e una grande gioia per Palermo e i palermitani, ma anche per tutti i siciliani» dice il sindaco Leoluca Orlando. L’assessore alla Mobilità Giusto Catania si spinge oltre. «Un passaggio storico, cruciale, che resta in eterno». In 350 metri quadrati cinque tesori, un fazzoletto di terra consegnato alla storia, «un fatto di importanza straordinaria, unico al mondo». Nel giorno del verdetto di Bonn le barricate legate al piano traffico del Comune e alla pedonalizzazione del Cassaro sembrano lontane. Ma l’assessore non nasconde l’amarezza. «La cosa folle – dice a MeridioNews – è che per mesi di questa vicenda si è parlato solo facendo riferimento alle pedonalizzazioni e alle polemiche sullo stop alle auto. Il traffico come metafora del riconoscimento Unesco. Un paradosso. Mentre si attendeva un riconoscimento storico l’attenzione di tutti è rimasta concentrata sul contingente».
A Facebook nei giorni scorsi aveva consegnato la sua riflessione. Amara. «Sembra quasi che l’unica chiave di lettura per interpretare un evento storico per Palermo, il riconoscimento mondiale dell’itinerario arabo-normanno, sia il traffico» aveva scritto l’assessore sul social network. Invece, in ballo c’è il futuro di Palermo, sembra sottintendere l’esponente della Giunta Orlando. La sfida adesso è essere all’altezza. Una sfida che per Catania chiama in causa tutti. «Il Comune, la Regione, le istituzioni culturali, le organizzazioni del turismo e del commercio, i privati e i cittadini». Tutti dovranno dare il loro contributo perché l’inserimento nella World Heritage List sia il punto di partenza. «L’obiettivo – spiega – è fare in modo che il riconoscimento Unesco, il più importante al mondo, abbia un effetto traino per il turismo, per il commercio, per la cultura. Da oggi Palermo deve diventare più attraente».
Un appello alla responsabilità. Collettiva. Perché Palermo sia patrimonio di tutti. E la proposta di un piano traffico alternativo a quello predisposto dal Comune per l’Unesco? A presentarlo oggi sono stati Giovanni Felice di Liberaimpresa, e Nunzio Reina di Confartgianato, raccogliendo “l’appoggio” traversale di diversi consiglieri comunali dal capogruppo Fi a Sala delle Lapidi, Giulio Tantillo, al consigliere del Pd, Sandro Leonardi, passando da Felice Bruscia del Pid e Filippo Occhipinti e Paolo Caracausi di Idv. A partire dal 15 luglio le associazioni avvieranno una petizione tra commercianti e residenti. L’obiettivo è far tornare le ordinanze che prevedono l’istituzione della Ztl in corso Vittorio Emanuele in Consiglio comunale.
Un dietrofront da parte di Palazzo delle Aquile che l’assessore Catania esclude categoricamente. «Per sei mesi ci siamo confrontati, abbiamo tenuto assemblee e incontri. Il piano che ne è venuto fuori è il frutto di questo confronto, faticoso e difficile, e ha raccolto molte delle criticità rilevate da cittadini e commercianti. Siamo passati da una pedonalizzazione totale dell’area a una Ztl, con fasce di traffico veicolare riservate ai residenti e aree di carico/scarico merci per i commercianti». Per Catania, allora, una proposta che arriva all’indomani dell’adozione del piano è «pretestuosa e strumentale». Anzi. «Forse proprio alcune scelte in materia di traffico – conclude – hanno contribuito ad ottenere questo riconoscimento». Ed allora è «ancora più evidente che chi oggi esulta per questo traguardo storico per la città non può, al tempo stesso, criticare misure che hanno permesso di raggiungerlo. Continuare a parlare di traffico davanti al risultato ottenuto significa non rendere giustizia a un riconoscimento di importanza mondiale». Con buona pace di detrattori e di chi promette ancora battaglia.
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