«Si è creato un imbuto nel trasferimento delle domande». È l'ammissione dell'assessore Antonio Scavone. Il sistema farraginoso messo in piedi tra Regione e Inps sta mostrando tutte le sue carenze. Intanto è possibile avere fino a 1.400 euro di prestito
Cassa integrazione, in Sicilia solo 13 pratiche all’Inps Da oggi è più facile chiedere un anticipo alle banche
Una parziale buona notizia per i 140mila siciliani in attesa della cassa integrazione in deroga arriva dalle banche. Ieri l’Abi, l’associazione che riunisce gli istituti bancari, rispondendo alla pressione delle Regioni, ha diramato una circolare con una precisazione importante: in attesa che arrivino i soldi dall’Inps, è possibile chiedere un anticipo, un vero e proprio prestito, senza la necessità di mostrare il modello SR41. Dietro questa sigla c’è un documento che entra nella disponibilità del lavoratore solo alla fine dell’iter per ottenere la Cig. Più precisamente è il modello che il datore di lavoro manda all’Inps dopo che la stesso Inps ha autorizzato la pratica. Fino a ieri per chiedere l’anticipazione era necessario portare in banca questo documento. Un controsenso, considerato che per averlo si deve aspettare la fase finale del procedimento. Da oggi non serve più.
«Adesso il lavoratore – spiega Giovanni Greco, presidente dell’ordine dei consulenti del lavoro di Catania – può recarsi in banca portando semplicemente la richiesta iniziale di accesso alla Cassa integrazione in deroga». La stessa che l’azienda ha caricato sulla piattaforma informatica messa a disposizione, tra mille difficoltà e ritardi, dalla Regione Siciliana. «Si può ottenere un anticipo massimo di 1.400 euro, per un part time 700 euro. Non è totalmente gratuito, ma è un prestito a condizioni molto vantaggiose». Per le banche non è un obbligo concederlo. Questa possibilità è infatti figlia della convenzione siglata il 30 marzo tra l’Abi e il ministero del Lavoro. Ogni istituto bancario sceglie liberamente se aderire o meno (a questo link c’è l’elenco delle banche che lo hanno fatto). «Il lavoratore deve garantire che i soldi dell’Inps verranno versati nello stesso conto corrente indicato per l’anticipo – continua Greco – Quando arriveranno, la banca li tratterrà». E se la pratica per la Cig non dovesse andare a buon fine? «In questo caso – continua il consulente del lavoro – trascorsi sette mesi, deve pagare il lavoratore e il suo datore è responsabile solidale». Anche Poste Italiane ha reso noto che anticiperà il trattamento di cassa integrazione ordinaria e in deroga ai clienti BancoPosta e PostePay Evolution con accredito dello stipendio a chi ne farà richiesta. La documentazione è sul sito.
Sono 39mila le aziende siciliane che hanno presentato la richieste alla Regione. La Sicilia è tra le ultime ad avere avviato i trasferimenti delle istanze all’Inps. Stando ai dati diffusi oggi dall’istituto nazionale di previdenza, fino a ieri sera erano soltanto 13 le domande trasferite. Zero ancora quelle autorizzate. Ben diversi i numeri in altre regioni italiane: quella messa meglio è la Campania, con seimila pratiche autorizzate dall’Inps e quasi duemila beneficiari già pagati. Ma la Campania ha iniziato a inviare le istanze il 9 aprile, la Sicilia solo il 22.
Tuttavia l’assessore regionale al Lavoro Antonio Scavone spiega: «Avevamo previsto che entro venerdì avremmo trasferito 1.400 pratiche, già ieri sera erano state lavorate 921 pratiche». Lavorate, però, significa che i centri per l’impiego le hanno prese in carico. Tutt’altra cosa quelle effettivamente trasferite all’Inps che, come detto, sono appena 13. Tra le due fasi, infatti, è prevista la generazione di un ulteriore decreto da caricare sul sito dell’istituto di previdenza per cui nei Cpi si registrano rallentamenti e difficoltà legate alla farraginosità del sistema tecnico-informatico. «Con quelle di oggi dovremmo averne trasferite circa 200», dice l’assessore a MeridioNews, in attesa della conferma ufficiale dell’Inps che arriverà domani.
«C’è un imbuto nel trasferimento – ammette Scavone – basta che ci sia un piccolo errore nella domanda, come il codice di avviamento postale sbagliato, e il sistema dell’Inps rispedisce indietro la pratica dell’azienda. Ma è un problema nazionale che sta avvenendo in tutte le regioni e che speriamo l’Inps possa risolvere al più presto». Come mai, allora, la Campania, che usa la stessa piattaforma informatica della Sicilia per far caricare le domande alle imprese, ha il numero più alto di beneficiari pagati e la Sicilia è ancora a zero? «Questo non lo so – risponde l’assessore – forse sono stati più bravi di noi». Quello che è certo è che se Regione e Inps non trovano il modo di superare le difficoltà nate dalla costruzione di un sistema complesso e non collaudato, migliaia di lavoratori siciliani rischiano di aspettare ancora diversi mesi prima di ricevere la cassa integrazione.