Cassa Edile, i durc falsi per le imprese amiche Diciotto indagati, è coinvolto Salvatore Ferlito

Avrebbero ottenuto affidamenti diretti, subappalti, incassato pagamenti e partecipato a gare senza averne i requisiti. Tutto grazie ai buoni uffici di un funzionario infedele. Otto mesi dopo le prime avvisaglie, è ufficiale lo scossone alla Cassa Edile di Catania. L’inchiesta sui presunti raggiri all’interno dell’ente che fa da raccordo tra sindacati e costruttori è arrivata al capolinea. Sono 18 le persone a cui è stata notificata la chiusura delle indagini. Il nome più importante è quello di Salvatore Ferlito, il 59enne originario di Acireale che proprio della Cassa Edile è stato presidente per otto anni, dal 2008 al 2016.

Ferlito, nel cui curriculum c’è anche la presidenza di Ance Sicilia nell’era di Antonello Montante a guida di Confindustria, è accusato insieme ad altri imprenditori di avere beneficiato di falsi Durc. Il documento unico di regolarità contributiva che è fondamentale per le imprese che vogliono lavorare con la pubblica amministrazione. Per ottenerlo è necessario che una ditta non abbia pendenze di alcun tipo con Inps, Inail e Cassa Edile. Pena la rinuncia a partecipare a gare d’appalto, ma anche alla possibilità di ottenere i pagamenti per lavori precedentemente svolti per conto del pubblico. Problemi però che, per la procura etnea, Ferlito non si sarebbe posto ottenendo, a gennaio 2015, quando ancora era presidente dell’ente, il via libera per la propria Sicula costruzioni pur non avendo le carte in regola.

Per una vicenda simile, che coinvolge la stessa società che ha sede a Santa Venerina, Ferlito tra pochi giorni dovrà affrontare un processo: l’imprenditore è accusato di avere preso parte alla gara per il collettore fognario ad Aci Castello con un Durc frutto di un falso. Ad aiutarlo per i fatti contestati in questa nuova indagine sarebbe stato Filippo Di Guilmi, all’epoca vicedirettore della Cassa Edile di Catania. Di Guilmi, che ha smesso di lavorare per la Cassa Edile per raggiunti limiti di età in concomitanza con il nuovo corso targato Marcello La Rosa e Giovanni Pistorio, sarebbe stato l’uomo chiave per tutti gli imprenditori interessati ad aggirare le regole. L’ex vicedirettore, secondo i magistrati, avrebbe effettuato accessi alla banca nazionale delle Casse Edili inserendo i dati necessari al rilascio del Durc. E ciò seppure le imprese fossero indietro con denunce e versamenti. 

Tra i beneficiari ci sarebbero stati imprenditori della provincia di Catania e non solo. Sotto la lente degli uomini del nucleo economico-finanziario delle Fiamme gialle è finito, per esempio, il paternese Domenico Spampinato. Rappresentante legale della Spampinato group srl, l’uomo nel 2017 avrebbe utilizzato Durc falsi per partecipare a gare d’appalto indette da diversi enti: dall’Azienda territoriale edilizia residenziale di Padova al Genio della Marina militare, dall’istituto penitenziario di Augusta al piccolo Comune di Marianopoli, in provincia di Caltanissetta. Discorso simile per le società D&G Costruzioni e R&G Appalti, entrambe riconducibili alla 79enne Anna Spampinato, anche lei di Paternò. Per i vantaggi ottenuti dalla prima delle due imprese è indagata anche la 23enne Chiara Puglisi.

A restare impigliato nelle maglie dell’inchiesta anche Orazio Di Maria. L’imprenditore di Santa Venerina, titolare della Di Maria costruzioni, avrebbe sfruttato un Durc artefatto per partecipare a una gara indetta dal Comune di Valderde e riguardante la sistemazione di spazi adiacenti agli uffici dell’Asp. Indagati anche il catanese Gianluca Bucisca, rappresentante della Ferrobeton Catania, e il 61enne di Misterbianco Giovanni Finocchiaro che, quattro anni fa, con la Ge.Co.Im prese parte a una procedura d’appalto a Palermo gestita dalla Banca d’Italia. Secondo i magistrati, ad avere rapporti illeciti con l’ex vicedirettore della Cassa Edile sarebbero stati anche Salvatore Tomasello, 63 anni, e Giuseppe Lo Sciuto, di 65. In momenti diversi, i due sono stati legali rappresentanti della Lotos srl

L’avviso di chiusura indagini è stato recapitato anche a Venerando Conti, della Risparmio energetico di Aci Catena, e al 38enne catanese Alessandro Rapisarda, che avrebbe usato un Durc falso per partecipare con la R3 Costruzioni di Acireale a una gara bandita da Acoset. Dalla Cassa Edile sarebbero arrivati favori anche per la Pisciotta Costruzioni di Camporeale, nel Palermitano, la cui titolare, Maria Raspante, è tra gli indagati. I finanzieri si sono soffermati pure su una procedura negoziata gestita, nel 2018, dal Comune di Motta Sant’Anastasia e che ha interessato la Rizzotti costruzioni, di Gabriele Rizzotti. Indagati inoltre il brontese Francesco Lupo e il catanese Francesco Messina, titolari di due ditte individuali. 

A completare l’elenco sono il 43enne Goffredo Rubino, legale rappresentante della Rubino impianti unipersonale, e il 36enne Aldo Simone Pillera. Quest’ultimo avrebbe ottenuto Durc favorevoli per la Simmar costruzioni, pur essendo più volte in debito con la Cassa Edile tra il 2016 e il 2018.


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