A eseguire il provvedimento il personale del nucleo di polizia tributaria di Palermo. Il sequestro è stato disposto in via d’urgenza dalla procura di Caltanissetta, che ha agito per scongiurare il pericolo, definito concreto e attuale, di dispersione dei patrimoni illecitamente accumulati
Caso Saguto, sequestrati beni e quote societarie Colpiti anche Cappellano Seminara e altri cinque
Disposto dalla Procura di Caltanissetta il sequestro preventivo finalizzato alla confisca, anche per equivalente, di ingenti somme di denaro, beni immobili e quote societarie costituenti prezzo, profitto e prodotto di delitti di corruzione, concussione, peculato, truffa aggravata e riciclaggio a carico dell’ex presidente della sezione misure di prevenzione del tribunale di Palermo Silvana Saguto, Gaetano Cappellano Seminara, Carmelo Provenzano, Maria Ingrao, Roberto Nicola Santangelo, Walter Virga e Luca Nivarra. Ad eseguire il provvedimento il personale del nucleo di polizia tributaria di Palermo. La Procura comunica che il sequestro è stato disposto in via d’urgenza «per il pericolo concreto ed attuale di dispersione dei patrimoni illecitamente accumulati».
Come descritto da un amministratore giudiziario – persona offesa del delitto di concussione – Silvana Saguto «intratteneva rapporti esclusivi con le persone che le interessavano», secondo un modulo «a margherita, ossia senza vi fosse alcuna interferenza tra i rapporti che facevano capo a lei», dai cui «petali» e «raggi», non comunicanti tra loro, rappresentati da professionisti, amministratori giudiziari, colleghi, cancellieri, ufficiali di polizia giudiziaria, rappresentanti del mondo universitario e giornalisti, la stessa avrebbe tratto «vantaggi e utilità di varia natura».
Questo spiegherebbe «l’autonomia dei due rapporti corruttivi e dei due vincoli associativi». Gli associati, sfruttando le qualifiche soggettive e i ruoli ricoperti nell’ambito di procedure di prevenzione, e facendo perno sul sistema della gestione dei patrimoni in sequestro e sul procedimento di liquidazione dei compensi per le attività di amministrazione giudiziaria, sarebbero così riusciti a strutturare l’attività della sezione Misure di prevenzione e la gestione dei patrimoni in sequestro «secondo modelli organizzativi criminosi, e a creare un sistema di arricchimento illecito improntato a criteri clientelari».
Inoltre, scrive ancora la Procura, sono stati riscontrati «gravi indizi di colpevolezza di fattispecie penalmente rilevanti» anche a carico di altri indagati. In collaborazione con il Nucleo di Polizia Tributaria di Palermo sono stati redatti oltre centotrenta verbali di assunzioni di informazioni da persone informate sui fatti; sono state compiute decine di acquisizioni di documenti, presso diversi Uffici giudiziari siciliani ma anche, tra gli altri, nelle Università di Palermo e di Enna, alla Prefettura di Palermo. Sono stati analizzati in tutto gli atti di oltre cinquanta procedure di prevenzione, spesso con i relativi provvedimenti di liquidazione, incrociando gli esiti delle attività di intercettazione, le analisi della documentazione acquisita e l’esame delle persone informate sui fatti che ha consentito di contestare, settantanove capi di imputazione a carico di venti persone sottoposte a indagini.