A parlare al processo in corso nell'aula bunker di Caltanissetta è Antonio Balsamo, ex presidente della prima sezione della corte d'assise: «Altri avevano parenti che lavoravano come amministratori giudiziari proprio perché all'epoca non vi era alcun divieto»
Caso Saguto, magistrati sul banco dei testimoni «All’epoca nessuna incompatibilità con familiari»
«Nel 2011 non vi era alcuna incompatibilità tra magistrati e familiari che assumevano incarichi di amministratori giudiziari». Lo ha detto il magistrato Antonio Balsamo, allora presidente della I sezione della corte di assise e della sezione Misure di Prevenzione presso il tribunale di Caltanissetta, nel corso dell’udienza che si celebra questa mattina all’aula bunker di Caltanissetta nell’ambito del processo sul cosiddetto sistema Saguto. L’ex presidente della sezione misure di prevenzione del tribunale di Palermo, Silvana Saguto, è accusata di irregolarità nella gestione del suo ufficio. «Altri magistrati – ha aggiunto – avevano parenti che lavoravano come amministratori giudiziari proprio perché all’epoca non vi era alcun divieto. C’era anche mio cognato ma appena fui destinato a Caltanissetta decise di dimettersi da tutti gli incarichi che gli erano stati affidati su Caltanissetta. Anche per quelli in cui non c’era incompatibilità».
A parlare dopo di lui è anche Piero Grillo, all’epoca presidente delle Misure di Prevenzione di Trapani e oggi nell’ufficio Gip di Trapani. «Quando arrivai in sezione trovai pochi procedimenti in corso e vi era un ridottissimo numero di amministratori giudiziari che si occupavano di misure di prevenzione. Nello scegliere gli amministratori giudiziari ci siamo avvalsi prevalentemente di un criterio: quelli più potenti al di fuori della nostra provincia. Nel Palermitano si era formata una notevole schiera di professionisti che svolgeva questo lavoro».
«Venne da me l’input per la nomina di Cappellano Seminara (anche lui imputato nel processo ndr) – ha spiegato Grillo – perché l’ho conosciuto personalmente ad un convegno cui partecipai. Dopo quella occasione sono stati pochissimi gli incontri ma continuavamo a darci del tu. Decisi di sceglierlo per una garanzia di professionalità che avrebbe dato nello svolgimento dell’incarico. Ci trovammo molto spesso a trattare di questioni abbastanza complicate dal punto di vista giuridico e di amministrazione e Cappellano Seminara e i suoi collaboratori si erano mostrati molto professionali».