Dopo il nuovo interrogatorio a cui il direttore di Telejato è stato sottoposto giovedì scorso e i cinque giorni di tempo per decidere, il gip Aiello ha stabilito che non ci sono i presupposti minimi per applicare la misura
Caso Maniaci, revocato divieto di dimora «Eravamo ottimisti, ce lo aspettavamo»
Pino Maniaci torna a casa. Revocata, infatti, la misura del divieto di dimora che era stata accolta dalla seconda sezione della Cassazione, dichiarando inammissibile il ricorso presentato dagli avvocati Antonio Ingroia e Bartolo Parrino. Il gip Nicola Aiello ha così deciso, dopo aver sottoposto il giornalista a un nuovo interrogatorio giovedì scorso.
«Noi ce lo aspettavamo ed eravamo più che ottimisti» commenta a caldo Bartolo Parrino a MeridioNews, legale di Maniaci insieme a Ingroia. «Su questo famoso capo d’imputazione già il giudice Fernando Sèstito si era pronunciato dicendo che non c’erano i requisiti minimi per poter parlare di qualsivoglia misura cautelare. E questo lo ha ribadito il secondo gip nel revocare la misura che la Cassazione aveva fatto diventare definitiva».
Su quattro capi d’imputazione totali, per tre il gip aveva ritenuto sussistenti le esigenze cautelari, annullate poi per un errore di notifica che faceva decadere il primo divieto di dimora ai danni di Maniaci. Per il capo restante, invece, non erano state richieste misure. Si trattava di quello secondo cui Maniaci avrebbe costretto l’ex assessore di Borgetto ad acquistare uno stock di magliette, in cambio di una linea più morbida da parte della televisione di Partinico nei confronti delle istituzioni locali.
Capo d’imputazione impugnato in seguito dai pm, sostenuti anche dal Tribunale della Libertà che riteneva ci fossero i requisiti minimi per applicare la misura cautelare. Da qui, il ricorso dei due legali, ritenuto inammissibile dalla Cassazione. Ma il nuovo gip ha deciso che non ci sono i presupposti per applicare nuovamente il divieto al giornalista.