«Nessuna volontà di favorire il figlio del collega Salerno», scrive il pm motivando la decisione con la «discrezionalità» delle scelte fatte dagli agenti. Il 24enne alla guida dell'auto resta imputato per omicidio stradale. Le reazioni dei familiari della vittima
Caso Formosa, chiesta l’archiviazione per i due vigili Madre: «Ci opporremo, credo ancora nella giustizia»
«Ci sono elementi per indurre a ritenere che
non ci sia stata, da parte degli indagati, alcuna volontà di favorire il figlio del collega Salerno». La procura di Siracusa ha chiesto l’archiviazione per Francesco Callea e Francesco Gualteri, i due agenti della pattuglia della polizia municipale di Siracusa che sono intervenuti il 21 aprile del 2017 per i rilievi dell’incidente in via Bartolomeo Cannizzo in seguito al quale ha perso la vita il 15enne Renzo Formosa.
«L’operato dei due indagati non ha integrato alcuna fattispecie penalmente rilevante». Così si legge nel documento di dieci pagine firmato dal pubblico ministero Tommaso Pagano. Santo Salerno, il 24enne conducente della Fiat Panda e figlio di un vigile urbano di Siracusa, resta imputato per il reato di omicidio stradale.
Erano stati i genitori di Renzo, Giulio Formosa e Lucia Di Franco, a presentare una denuncia perché nessuno dei soggetti coinvolti nel sinistro era stato sottoposto ad alcol test né agli esami del sangue e dei metabolici urinari. Inoltre, al guidatore dell’auto non era stata ritirata la patente né era stata sequestrata la vettura priva di assicurazione. Dopo le verifiche per i reati di abuso d’ufficio e omissioni d’atti d’ufficio per i due agenti che hanno firmato il rapporto dell’incidente, una decina di giorni fa, è arrivata la richiesta di archiviazione. «Noi ci aspettiamo ancora qualcosa dalla giustizia e vogliamo continuare a crederci. Per questo – dice a MeridioNews la madre di Renzo – ci opporremo». L’opposizione verrà depositata in settimana dai genitori di Renzo tramite il loro legale, Gianluca Caruso.
«Anche in considerazione della accertata (e pacificamente ammessa)
amicizia tra gli indagati e il padre di Salerno», stando a quanto messo nero su bianco dal pm, però, non sussisterebbe l’obbligo – ma solo la facoltà – di effettuare l’alcol test e gli altri esami ai soggetti coinvolti in incidenti stradali. Insomma, sarebbe una scelta che rientra nell’ambito della discrezionalità di chi interviene sul luogo del sinistro. In questo caso, le indagini hanno smentito che la scelta sia stata dettata da un «potere esercitato in modo illecito». Le motivazioni vengono sintetizzate in tre ragioni: in primo luogo, in altri casi di incidenti mortali o con lesioni gravi gli stessi controlli non sono stati effettuati; poi nessuno dei testimoni ha riferito che Salerno presentasse segni di alterazione e, infine, anche il fatto che l’incidente sia avvenuto in pieno giorno – mentre i ragazzi stavano uscendo da scuola – e non «nel cuore della notte, poco lontano da una discoteca, dunque in circostanze in cui meno verosimile poteva apparire l’assunzione da parte del conducente di sostanze alcoliche o stupefacenti».
Per quanto riguarda il ritiro della patente, invece, «è stato riconosciuto che presuppone da parte degli agenti operanti una
individuazione certa del responsabile dell’incidente» che, nel caso del sinistro di via Bartolomeo Cannizzo, non è stata possibile in quanto i due agenti sarebbero arrivati sul posto dell’incidente molto tempo dopo, tanto che poi «l’accertamento della dinamica dell’incidente è stato lungo e laborioso». A dicembre, intanto, per i due vigili urbani era arrivato un provvedimento amministrativo da parte della commissione disciplinare del Comune di Siracusa. I due agenti sono infatti stati sospesi, nonostante un ritardo nell’applicazione della sanzione disciplinare.