È stata fissata per il prossimo 23 dicembre la prima udienza del processo per l'ex pm che per prima indagò sulla scomparsa della bambina da Mazara del Vallo. Le accuse sui depistaggi nell'inchiesta di 17 anni fa non hanno trovato riscontro
Caso Denise Pipitone, a processo la magistrata Angioni È accusata di false dichiarazioni al pubblico ministero
Andrà a processo per false dichiarazioni al pubblico ministero l’ex pm di Marsala Maria Angioni, la magistrata che per prima indagò sulla scomparsa di Denise Pipitone, la bambina sparita l’1 settembre del 2004 da Mazara del Vallo (Trapani), che adesso è giudice del lavoro a Sassari, in Sardegna. A decidere il rinvio a giudizio per Angioni è stata la procura di Marsala che ha disposto la citazione davanti al tribunale in composizione monocratica. La prima udienza del processo è stata fissata per il 23 dicembre.
L’ex pm era stata stata sentita a sommarie informazioni, come testimone, dalla procura di Marsala, dopo avere parlato pubblicamente di depistaggio dell’inchiesta di 17 anni fa sulla scomparsa della bambina, di connivenze delle forze dell’ordine e di falle gravissime negli accertamenti svolti all’epoca. Convocata dalla procura, Angioni ha confermato le accuse lanciate in tv. Le circostanze riferite dall’ex pm, su cui i colleghi marsalesi hanno indagato per settimane, però, non hanno trovato nessun riscontro. Da qui l’incriminazione per false dichiarazioni al pm cui è seguita una nuova convocazione in procura, questa volta in veste di indagata e con un avviso di garanzia.
Angioni aveva chiesto di essere risentita dalla procura di Marsala, ma poi non si è presentata. All’inizio di luglio, l’ex pm ha reso noto di avere «depositato due denunce per reati gravi, in relazione a tutto quanto avvenuto circa la mia posizione processuale». Indagati per lo stesso reato anche i due turisti che avevano raccontato di avere visto Denise affacciata da una porta vicino alla reception dell’hotel Ruggero II (quello dove all’epoca lavorava Corona) e di avere sentito la frase “Ma proprio qui la dovevi portare?“. La procura ha accertato che questo racconto, arrivato a 17 anni di distanza, è falso.