Avvisi di garanzia per quattro uomini di 67, 65, 62 e 24 anni. Il 29enne licodiese è stato ritrovato morto, con il corpo fatto a pezzi, il 5 ottobre 2016, nelle campagne di Biancavilla. Era scomparso il 30 agosto dello stesso anno. I pm ipotizzano, a vario titolo, anche i reati di sequestro di persona a scopo estorsivo e minacce
Caso Daniele Cancemi, sale a sei numero indagati Ipotesi omicidio per il giovane trovato decapitato
Si arricchisce di importanti novità il caso di Daniele Cancemi, il licodiese di 29 anni scomparso il 30 agosto dello scorso anno, e ritrovato il 5 ottobre 2016 nella campagne di Biancavilla in avanzato di decomposizione con il corpo fatto a pezzi. Su questo caso la procura di Catania ha iscritto nel registro degli indagati, 48 ore dopo il ritrovamento del cadavere, due amici di Cancemi, rispettivamente di 38 e 25 anni. Adesso però il numero dei sospettati sale a sei con i magistrati che hanno notificato gli avvisi di garanzia a quattro uomini di 67, 65, 62 e 24 anni. I pm ipotizzano l’ipotesi, a vario titolo, di omicidio aggravato, sequestro di persona a scopo estorsivo e minacce.
Gli indagati, secondo i carabinieri della compagnia di Paternò che stanno conducendo le indagini in stretta sinergia con i colleghi del nucleo operativo del comando provinciale, conoscevano Cancemi e avrebbero avuto, con molta probabilità, contatti con il giovane licodiese nelle ore antecedenti alla sua scomparsa. Per queste ragioni la scorsa settimana i militari del Reparto investigativo scientifico di Messina avrebbero esaminato centimetro per centimetro una Fiat Punto di colore blu appartenente ad uno dei sospettati.
L’obiettivo è quello di trovare indizi ed elementi riconducibili a Cancemi che possano suffragare l’ipotesi investigativa portato avanti dalla procura. I fatti risalgono al 5 ottobre scorso, quando nelle campagne di via del Trebbiatore a Biancavilla viene trovato un cadavere in avanzato stato di decomposizione, ridotto in brandelli e con la testa staccata dal corpo. I resti dell’uomo giacevano in una radura a pochi metri da un casolare con il tetto parzialmente crollato, fra ulivi e fichi d’india. Sin dai primi momenti le indagini si sono indirizzate verso due direzioni. Una delle ipotesi, poi accantonata, era quella che il corpo ritrovato appartenesse al 38enne adranita Nicola Ciadamidaro, di cui non si hanno notizie dallo scorso 3 giugno, ossia dal momento in cui con il suo motorino elettrico si stava dirigendo in palestra. L’altra pista portava invece al 29enne licodiese Daniele Cancemi, di cui si erano perse le tracce dalle 13 del 30 agosto. Quando, al termine del pranzo con il padre e la compagna di quest’ultimo, disse ai congiunti che stava andando a farsi una doccia per poi riposarsi.
Non essendoci una matematica certezza che il cadavere ritrovato potesse essere del licodiese, i resti della salma furono sottoposti ad accurati controlli come autopsia, Tac e test del dna. Soltanto verso la metà di novembre si ebbe la certezza che il cadavere appartenesse a Cancemi, i cui funerali furono celebrati qualche giorno dopo il 19 novembre dentro la chiesa madre di Santa Maria di Licodia.