Il vicesegretario nazionale del Partito Democratico, ieri a Palermo per partecipare alla segreteria regionale e discutere del futuro del governo in Sicilia, ribadisce la linea del premier Renzi. Decisioni rinviate all'assemblea di lunedì, anche se le elezioni sembrano più lontane
Caso Crocetta, dal Pd romano «appello all’unità» Guerini: «Servono riforme, altrimenti si va a casa»
«La posizione della segreteria si traduce nella frase di Renzi: ‘O governo o a casa‘. Se siamo in grado di farlo il tema non si pone. Per fare questo, però occorre un Pd unito, che si faccia carico più degli altri dell’iniziativa politica, abbandonando iniziative individuali e di posizionamento interno». Il vicesegretario nazionale del Partito Democratico Lorenzo Guerini, ieri a Palermo per partecipare alla segreteria regionale allargata ai segretari provinciali e ai deputati Pd dell’Ars, sgombra subito il campo da equivoci sul governo della Sicilia, dopo il clamore suscitato dalle presunte intercettazioni tra Rosario Crocetta e il suo medico Matteo Tutino.
Al tempo stesso, tuttavia, lancia un appello all’unità in un partito nell’Isola dilaniato da faide interne, a partire dal deputato regionale Fabrizio Fermanelli, dimessosi dall’Ars in aperto contrasto con il presidente della Regione. E lo fa ponendo l’accento sulla necessità non più rinviabile di riforme strutturali: «O si è in grado di determinare una svolta vera e un rilancio del governo evidenti, con un coinvolgimento degli alleati con i quali preparare il futuro della Sicilia, oppure bisognerà trarre le conseguenze dell’impossibilità di andare avanti». L’incontro, voluto dal partito regionale per individuare una via d’uscita alla crisi del governo Crocetta, doveva servire proprio per sondare l’esistenza di margini per continuare a sostenere l’esecutivo regionale. Poi, sentite tutte le voci, la decisione finale sarà ufficializzata lunedì mattina, durante l’assemblea regionale del Pd, per decidere se staccare la spina o meno a Crocetta.
Un’ipotesi che appare sempre meno concreta, come ha velatamente fatto capire il numero due del partito, durante l’incontro con i big regionali, tra questi il segretario Fausto Raciti, il capogruppo all’ars Antonello Cracolici, il vicepresidente dell’Ars Giuseppe Lupo e l’assessore alla Sanità Baldo Gucciardi. «Siamo qui per ascoltare – ha detto Guerini – credo che sia giusto che la segreteria nazionale si confronti con le sue articolazioni territoriali con l’obiettivo di fare le scelte migliori, con la consapevolezza che siamo chiamati a governare questa regione». Guerini, pur invocando il dialogo, ribadisce sempre la via maestra già indicata da Renzi. E a proposito di un allargamento della coalizione alle forze centriste, altro punto all’ordine del giorno, invita alla prudenza: «Qui c’è già una esperienza di governo consolidata, si proceda in quella direzione. Inviterei da questo punto di vista a non trarre conclusioni sbagliate. Si sta lavorando in una coalizione di un certo tipo che in parte coincide con la coalizione di carattere nazionale ma – ha concluso – sono due piani distinti».
Con Guerini nel capoluogo siciliano arriva anche il sottosegretario all’istruzione Davide Faraone che, sul futuro dell’esecutivo guidato dal governatore di Gela, si mostra molto più duro: «La situazione è pesante, non mi convince chi sdrammatizza e chi pensa che si possa proseguire in maniera serena. Credo che ci sia una situazione dura, che va affrontata con determinazione. Se si è nelle condizioni di andare avanti bene, altrimenti, se si galleggia, è meglio andare a votare». Secondo Faraone, infatti, quanto successo in queste settimane «non l’abbiamo dimenticato, è stato abbastanza forte e quindi bisogna individuare delle soluzioni per potere capire se si può andare avanti e come».
Anche per il capogruppo all’Ars Cracolici ci sono dei «problemi politici ai quali in alcuni casi abbiamo provato a offrire una soluzione ma siamo ancora in quella fase» e si andrà avanti se serve ma «non si farà accanimento terapeutico». Insomma, come ha ribadito il segretario Raciti ieri sera in apertura della riunione cominciata dopo le 21, tutto sembra rinviato all’incontro che si terrà lunedì, quando il parlamentino dem si riunirà per mettere fine al caso Crocetta, decidere se andare avanti o meno, ed eleggere il nuovo presidente dell’Assemblea, in seguito alle dimissioni di Marco Zambuto. Anche se, lo spettro delle elezioni regionali, al momento, sembra essersi fatto più lontano, sicuramente non prima della prossima primavera.