Il giudice Simone Ragazzi ha accolto la richiesta presentata dai difensori anche per le tre presunte fiancheggiatrici Scarpignato, Raciti e Giuffrida. I presunti abusi, coperti dalla setta, avvenivano su ragazzine dai 13 ai 15 anni
Caso Capuana, il 13 maggio il giudizio immediato L’arcangelo, il sacerdote e l’onorevole alla sbarra
Il giudice per l’udienza preliminare di Catania, Simona Ragazzi, ha accolto la richiesta di accesso al processo immediato avanzata da quattro degli indagati per cui la Procura aveva chiesto il rinvio a giudizio nell’inchiesta 12 apostoli per presunti abusi sessuali su minorenni consumati in una comunità di ispirazione cattolica. Lo rendono noto le agenzie. Tra loro c’è il santone Pietro Capuana, 75enne bancario in pensione, capo dell’associazione cattolica Cultura e Ambiente, che avrebbe abusato di ragazzine tra i 13 e i 15 anni, in alcuni casi con la complicità delle madri delle vittime.
Con lui saranno processate il 13 maggio, davanti alla seconda sezione penale del tribunale, anche tre presunte fiancheggiatrici: Katia Concetta Scarpignato, di 59 anni, Fabiola Raciti, di 57, e Rosaria Giuffrida, di 59. Secondo l’accusa, gli abusi erano presentati come purificazione compiuti da un «arcangelo» reincarnato, plagiando le ragazze. «Abbiamo voluto subito il processo – ha spiegato uno dei difensori, l’avvocato Mario Brancato – per fare chiarezza e dimostrare la loro innocenza».
Lo stesso giorno, il 13 maggio, dovranno comparire davanti al gup Ragazzi gli altri tre indagati. Per loro la procura di Catania ha chiesto il rinvio a giudizio per favoreggiamento. Si tratta dell’ex deputato e assessore regionale Mimmo Rotella, marito di Rosaria Giuffrida, il sacerdote Orazio Caputo e l’ex presidente dell’associazione, Salvatore Torrisi. Dalle intercettazioni della polizia postale di Catania emergerebbe che il sacerdote avrebbe appreso, nel segreto della confessione, delle indagini avviate su una denuncia per abusi sessuali e avrebbe avvisato dell’attività in corso Torrisi e Rotella. Nell’inchiesta sono confluiti gli incidenti probatori con gli interrogatori delle vittime. La richiesta di rinvio a giudizio è stata firmata dal procuratore Carmelo Zuccaro, dall’aggiunto Marisa Scavo e dal sostituto Agata Consoli.