Malgrado la seconda rogatoria inviata alle autorità spagnole per ottenere tutto il materiale necessario per continuare le indagini sulla morte del cameraman palermitano, la situazione rimane ferma. La madre sui social: «Questo loro comportamento alimenta la nostra convinzione che non ci sia nessun interesse a sapere da chi e perché è stato ucciso mio figlio»
Caso Biondo, Spagna continua a voltare le spalle Inascoltate le richieste della Procura di Palermo
«Perché questo atteggiamento restio?». Se lo chiede dal 30 maggio 2013 Santina Biondo, madre di Mario, il cameraman palermitano trovato morto nel suo appartamento di Madrid in circostanze ancora tutte da chiarire. Le autorità spagnole, però, chiudono immediatamente il caso bollandolo come suicidio. E a nulla servono le continue domande da parte dei familiari del giovane e le richieste formali da parte della Procura di Palermo, dove tutt’ora è aperto un fascicolo contro ignoti per omicidio volontario con l’aggravante della premeditazione. A non convincere sono le circostanze del ritrovamento: il doppio solco sul collo di Mario, il nodo troppo largo della pashmina con cui si sarebbe impiccato secondo le ricostruzioni spagnole, e la posizione del corpo. Le gambe infatti appaiono inspiegabilmente distese e rigide, in avanzato stato di rigor mortis. I familiari e l’avvocato che li assiste, Carmelita Morreale, hanno sempre sostenuto che probabilmente Mario potrebbe essere stato stordito, strangolato e poi appeso in quella posizione, simulando un suicidio.
«Quello che continua a fare indignare noi e la Procura è la posizione assunta dalla Spagna, che continua a non fornire documenti importanti per le indagini – si sfoga la madre sui social – Sin dalla prima rogatoria datata novembre 2013 sono state richieste le mappature delle celle telefoniche registrate la notte tra il 29 e il 30 maggio 2013 di calle Magdalena, richiesta ripetuta altre 3 volte in questi anni senza ad oggi avere nessun esito. Stessa cosa per quanto riguarda la richiesta del verbale redatto dalla polizia scientifica trasmesso d’ufficio al giudice e al medico legale spagnoli». Le foto del cadavere, ad esempio, sono state fornite alla famiglia solo dopo due anni e mezzo dalla morte del ragazzo. Per tutto il resto, invece, vige ancora il silenzio. «Questo loro comportamento alimenta la nostra convinzione che la Spagna non ha nessun interesse a sapere da chi e perché è stato ucciso mio figlio», insiste la madre. I familiari, però, non perdono le speranze e si affidano alle indagini svolte dai pm Geri Ferrara e Claudio Camilleri.
A giugno scorso era stata consegnata in Procura la relazione dei periti di parte e le considerazioni dell’esperto antropometrico Maurizio Cusimano, sostenitore della tesi dell’omicidio. Secondo il professore potrebbe essere stato usato un oggetto molto pesante, come un posacenere di vetro ritrovato sulla scena del crimine, per colpire il giovane. «Manca il materiale fondamentale – dice Santina a MeridioNews – Sapere chi era con Mario quella notte. Le foto del suo corpo i pm sono riusciti ad ottenerle solo perché sono andati fino a Madrid e le hanno richieste direttamente alla polizia scientifica e grazie alla collaborazione del giudice spagnolo della seconda rogatoria». «Ad oggi la Procura non riesce ad ottenere alcun riscontro malgrado le reiterate richieste – aggiunge l’avvocata Morreale – e questo, anche se è un atteggiamento risalente alle prime fasi di indagine, rimane inspiegabile a fronte dell’attività svolta dalla Procura che ha richiesto ed ottenuto ben due autorizzazioni per le rogatorie. I pm proveranno ancora ad avanzare questa richiesta, staremo a vedere».