I pm avevano trasmesso gli atti alla Procura di Roma, sperando che potesse intervenire in quanto competente in materia di reati a danni di cittadini italiani all'estero. Nulla di fatto, però, perché la legge datata 2014 non è retroattiva e quindi non si può applicare a questo caso specifico
Caso Biondo, fascicolo rimandato a Palermo L’indagine però rischierebbe l’archiviazione
Torna a Palermo l’inchiesta sulla morte del cameraman Mario Biondo, il giovane palermitano che a maggio del 2013 fu trovato impiccato nella sua abitazione di Madrid. Il caso sembra però avviarsi verso l’archiviazione. I pubblici ministeri palermitani Gery Ferrara e Claudio Camilleri avevano trasmesso gli atti alla Procura di Roma, invocando una nuova norma che assegna ai magistrati della Capitale la competenza sui reati commessi ai danni di un italiano all’estero. Il fascicolo, però, è stato rimandato a Palermo perché nel frattempo una disposizione interpretativa ha stabilito che la modifica legislativa si applica solo ai casi successivi all’entrata in vigore della nuova legge.
Un caso complicato che ha visto negli ultimi tempi una nuova autopsia, diverse rogatorie e l’analisi delle foto della stanza in cui fu scoperto il cadavere. Secondo il medico legale Paolo Procaccianti, che eseguì l’autopsia dopo la riesumazione del cadavere disposta dalla Procura palermitana, il cameraman si sarebbe suicidato. Sia l’esame del corpo sia le foto dell’ambiente in cui è stato trovato il cadavere, messe a disposizione dalle autorità iberiche, non sarebbero compatibili con l’ipotesi dell’omicidio.
Per questi motivi gli investigatori spagnoli avevano chiuso il caso sostenendo la tesi del suicidio. Ma, dopo l’esposto dei familiari di Biondo i pm di Palermo aprirono un’inchiesta a carico di ignoti. Il cameraman palermitano era sposato con una nota giornalista spagnola, Raquel Sanchez Silva, che i due magistrati siciliani hanno interrogato, insieme ad altri testi, due volte.