Appena gli chiediamo di illuminarci sulle gesta - quanto meno sulle ultime - di pierferdinando casini, toto cordaro, parlamentare regionale uscente del pid-cantiere popolare, ricandidato nel collegio di palermo sorride: che vi devo dire? sembra il più confuso di tutti. In un anno e mezzo ha cambiato tre obiettivi. Dalludc è passato al partito della nazione. Poi al terzo polo. Ora parla di italia. Non mi chieda cosa sia perché non lo so.
Casini? Il più confuso di tutti
Appena gli chiediamo di illuminarci sulle gesta – quanto meno sulle ultime – di Pierferdinando Casini, Toto Cordaro, parlamentare regionale uscente del PID-Cantiere popolare, ricandidato nel collegio di Palermo sorride: Che vi devo dire? Sembra il più confuso di tutti. In un anno e mezzo ha cambiato tre obiettivi. DallUdc è passato al Partito della nazione. Poi al Terzo polo. Ora parla di Italia. Non mi chieda cosa sia perché non lo so.
Siamo davanti uno splendido piatto di mozzarella di Bufala con prosciutto crudo. Latmosfera stride un po con Casini, che ricorda le minestrine con lolio senza formaggio e con poco sale. Ma tantè. (a sinistra, foto di Toto Cordaro tratta da siciliainformazioni.com)
Vuole sapere la verità – ci dice Toto Cordaro -. La verità è che Casini vuole un Partito leggero senza radicamento territoriale. Con il quale andare a destra o a sinistra a seconda delle convenienze del momento. I suoi obiettivi politici sono solo personali. Ha capito che la Presidenza della Repubblica gli è stata preclusa. Così si è offerto a Bersani per acchiappare la presidenza del Senato .
Con il parlamentare del Cantiere popolare cominciamo un giro di interviste agli esponenti politici siciliani in vista delle elezioni regionali del 28 ottobre. Stiamo partendo dallo scenario politico nazionale. E da Casini. Scelta non casuale, perché gli uomini e le donne che oggi militano nel Cantiere popolare erano tutti nellUdc.
Quando uscimmo dallUdc – racconta Toto Cordaro – Saverio Romano era il segretario regionale del Partito, segretario organizzativo nazionale e uno dei nove componenti del partito della Nazione voluto da Casini in persona. Una bella mattina Casini ci chiamò e ci disse: Siamo nel centrosinistra. Così, senza un dibattito. Tutto deciso da lui democraticamente….
Osserviamo: nessuno ha cercato di farlo ragionare? Ci hanno provato in tanti – ci risponde Cordaro – Calogero Manino, Saverio Romano, Giuseppe Drago e altri ancora. Gli hanno spiegato che ragioni politiche ideali impedivano questo cambio improvviso di linea politica. Per non parlare del fatto che, in Sicilia, in tantissimo Comuni, il nostro Partito governava con il centrodestra. Insomma, hanno cercato di fargli capire che i nostri non ci avrebbero seguito. Ma Casini ha tirato dritto.
E oggi? Oggi – osserva Cordaro – Casini sta compiendo un delitto politico: sullaltare dellalleanza con il Pd di Bersani, e per puro tornaconto personale, sta vendendo quello che resta della classe dirigente dellUdc ai peggiori complici di Raffaele Lombardo: e cioè al Pd di Rosario Crocetta, Antonello Cracolici e Giuseppe Lumia. Unalleanza blasfema che vede Udc e Pd divisi su tutto, dalletica alleconomia, fino al sociale. Casini insegue Montezemolo che va in Ferrari, mentre Bersani insegue Vendola che va in bicicletta.
E in Sicilia? In Sicilia – torna a osservare sornione Cordaro – i candidati dellUdc si vergognano a dire cho debbono votare per Crocetta.
In effetti, laffermazione Cordaro è corretta. Dopo lintervista abbiamo fatto il giro dei santini appesi qua e là in città. Nei manifesti di Alberto Campagna, Totò Lentini e Nino Dina cè lo scudocrociato, ma non abbiamo letto Crocetta presidente.
Siamo davanti a una presa di distanza clamorosa – insiste Cordaro – che testimonia, per molti candidati dellUdc, limpossibilità di condividere un progetto politico.
Visto che stiamo entrando nel vivo – e che tra un boccone e gli appunti siamo già a metà mozzarella optiamo per una domanda diretta: chi farà votare Raffaele Lombardo? Appoggerà Gianfranco Miccichè o Rosario Crocetta?
Toto Cordaro non ha esitazioni: Deciderà allultimo momento. Poi, però, qualunque cosa deciderà, dovrà accettare che a vincerà sarà Nello Musumeci. E quando si presenterà con il piattino, verrà preso a calci nel .
Cordaro torna a sorridere. Ha già finito la mozzarella e il prosciutto. E manda gi un sorso di birra. Poi spiega: In realtà. a mio modesto avviso, Lombardo ha in animo di far votare tutti, tranne Miccichè. E comunque i siciliani debbono sapere che Miccichè, oggi, è no strumento nelle mani di Lombardo. Nella Sicilia orientale, tanto per fare un esempio, Miccichè non sarebbe in grado di fare la lista senza lauto di Lombardo.
Osserviamo: non lo strapazzando un po troppo? Cordaro riflette qualche istante. Poi aggiunge: Certe volte Miccichè è geniale. Lindicazione di Nello Musumeci è stata giustissima. Poi, però, si è reso protagonista di atti non consoni con un uomo che ha ricoperto importanti ruoli istituzionali e di governo. Ha avuto la possibilità di riunificate tutto il centrodestra siciliano. E ha sacrificato questo progetto per Raffaele Lombardo. Cioè per un uomo politico che ne ha combinate di tutti i colori. Lombardo ha fatto perdere alla Sicilia i fondi europei. Ha sprecato risorse pubbliche tra consulenti e clientele varie. Ha messo in ginocchio la sanità pubblica: basti pensare agli undici manager bocciati su diciassette. Per non parlare dei danni provocati ai forestali e ai precari. Ha condannato la Regione allimmobilismo. Ha perpetrato – e parlo da avvocato penalista – un tentato omicidio della Sicilia.
Se Cordaro fa lavvocato penalista, noi facciamo lavvocato del diavolo. E gli chiediamo come va con le liste. Ricordandogli che molti avversari gongolano per le difficoltà in cui si dibatterebbe il Cantiere popolare.
Toto Cordaro torna a sorridere. A tutti questi signori che dicono che abbiamo difficoltà a chiudere le liste noi rispondiamo: ragazzi, parliamone il 29 ottobre. In questa fase dico soltanto che alle ultime elezioni di Palermo il nostro partito ha preso 35 mila voti. Mi permetto di ricordare che noi, storicamente, in provincia di Palermo, andiamo meglio che in città. Per il resto, lo ripeto, ne parliamo dopo le elezioni.