In Sicilia nelle case di riposo c’è un solo dipendente in regola. «Un dato clamoroso», ha commentato Sergio Saltalamacchia direttore regionale dell’Inps nel corso della presentazione dei dati sulle verifiche effettuate lo scorso anno nell’Isola. «Delle 45 strutture visitate, solo una è risultata regolare. Due ispezioni – aggiunge – sono ancora in corso per la […]
Nelle case di riposo siciliane c’è un solo dipendente in regola: «Pure casi di caporalato»
In Sicilia nelle case di riposo c’è un solo dipendente in regola. «Un dato clamoroso», ha commentato Sergio Saltalamacchia direttore regionale dell’Inps nel corso della presentazione dei dati sulle verifiche effettuate lo scorso anno nell’Isola. «Delle 45 strutture visitate, solo una è risultata regolare. Due ispezioni – aggiunge – sono ancora in corso per la necessità di accertamenti di maggiore complessità. Quasi ovunque si riscontrano ore di lavoro non dichiarate, straordinari non pagati, retribuzioni inferiori ai minimi e pagamenti non tracciati».
Un quadro non lusinghiero del settore in cui «è estremamente diffuso il lavoro nero, come pure le violazioni in materia di salute e sicurezza – ha aggiunto il direttore – Nei casi più gravi, è stato contestato anche il reato di caporalato». Nel complesso, l’operazione ha portato all’accertamento di oltre 2 milioni di euro, incluse sanzioni, e alla scoperta di 88 lavoratori in nero. Sono inoltre 19 i rapporti annullati e sette quelli riqualificati come lavoro autonomo, con conseguente iscrizione nella pertinente gestione previdenziale.
«Non pochi, fra questi, i soggetti che risultano avere indebitamente percepito prestazioni come Naspi, reddito di cittadinanza o di inclusione. In molti casi – ha osservato Saltalamacchia – per non mettere a rischio la salute degli anziani ospiti, non è stato possibile disporre l’immediata sospensione dell’attività lavorativa, pur sussistendo tutti i presupposti di legge per l’applicazione di questa misura».