Il costo del carburante continua a crescere e le marinerie tornano a fare sentire la propria voce. Oggi la mobilitazione è partita da Sciacca, Portopalo di Capo Passero, Trapani e Licata. «Per noi non è più conveniente uscire per le normali battute di pesca»
Caro gasolio, ricomincia la protesta dei pescatori siciliani «L’attuale andamento dei prezzi è soltanto speculazione»
Il costo del gasolio continua ad aumentare e le marinerie siciliane sono tornate a protestare. La mobilitazione del comparto è ripartita – dopo il rischio di uno stop che si era già vissuto a marzo – questa mattina da Sciacca (in provincia di Agrigento) dove si sono riunite le rappresentanze dei pescatori siciliani. Ma anche da Portopalo di Capo Passero (nel Siracusano), a Porticello (nel Comune di Santa Flavia nel Palermitano), a Trapani e a Licata (in provincia di Agrigento). «Già con un prezzo superiore a un euro al litro del carburante non è più conveniente uscire per le normali battute di pesca», dice Salvatore Scaduto, il presidente della cooperativa Madonna del soccorso di Sciacca.
«L’attuale andamento del prezzo del gasolio non ha giustificazioni», aggiunge il presidente della società Fra’ Pescatori Vincenzo Marinello. Per il quale quella in atto «è solo una speculazione delle compagnie petrolifere, su cui il governo nazionale fino a oggi non è ancora riuscito a incidere». Per cercare di fronteggiare l’emergenza, nei mesi scorsi, il governo della Regione ha approvato l’anticipazione del calendario del fermo biologico. Nel frattempo, i pescatori attendono ancora che si sblocchino gli aiuti già approvati ma non ancora erogati. «Se non si riesce a calmierare il prezzo del gasolio, sarebbe opportuno che almeno il governo varasse sostegni sotto forma di crediti d’imposta», conclude Marinello.