Caro bollette, quanto spende la Sicilia? Ecco i dati Governo stanzia risorse. «Resta aumento di 33 miliardi»

Gli aumenti di luce, gas e acqua costringono le famiglie italiane a fare i conti con bollette sempre più salate. Il governo sta provando a correre ai ripari mettendo in campo nuove misure per combattere il caro bollette. Nel frattempo continuano le proteste. Prima i ristoranti, dopo pure i musei sono rimasti al buio. Nei giorni scorsi anche gli agricoltori di Coldiretti sono scesi in piazza contro i rincari. Ma quanto spendono le Regioni nell’erogazione dei servizi essenziali? A porre la questione e a presentare il rapporto sulla spesa della pubblica amministrazione è stata la fondazione Gari che per l’agenzia di stampa Adnkronos ha realizzato un dettagliato rapporto in cui la Sicilia, nel 2020, compare tra le Regioni più virtuose per spesa di energia elettrica. Con oltre tre milioni e 235mila euro si guadagna una doppia A nel rating. Perde posizione per spesa nelle bollette dell’acqua, pari a quasi 560mila euro, ma guadagna terreno nel gas, dove ha speso poco più di 172mila euro ed è stata classificata con una doppia A. 

La fondazione ha assegnato una tripla A ai Comuni più virtuosi, seguiti da quelli meno brillanti, ma che mantengono livelli di spesa accettabili contrassegnati con una doppia A, a loro volta seguiti da i Comuni a cui è stata attribuita una singola A. Per arrivare, infine, alle maglie nere contrassegnate con una sola C. Ecco il report per i singoli comuni:

Palermo – Rating 95 – Acqua: AA; Energia Elettrica: AA; Gas: C.
Nel 2020 il Capoluogo ha speso oltre quattro milioni in luce; quasi due milioni e mezzo di euro in acqua e altrettanti in gas. Proprio in quest’ultimo Palermo è maglia nera, classificandosi tra i Comuni che hanno speso di più.  

Enna – Rating 90 – Acqua: B; Energia Elettrica: BBB; Gas B
Nell’Ennese, invece, si è speso di più per energia elettrica. Con quasi 900mila euro si classifica agli ultimi posti. Si contano poi circa 714mila euro in acqua e 425mila per le bollette del gas.   

Ragusa – Rating 72 – Acqua: AA; Energia Elettrica: C; Gas: AA
Anche il centro ibleo si trova agli ultimi posti per energia elettrica, in cui si registra una «spesa fuori controllo», si legge nel rapporto, che supera i sei milioni di euro, ma guadagna terreno per le bollette dell’acqua e del gas che registrano rispettivamente una spesa complessiva di oltre 153mila euro e poco più di 126mila euro. 

Siracusa – Rating 66 – Acqua: A; Energia Elettrica: B; Gas: AA. 
Per quanto attiene all’elettricità, nel Siracusano si è speso circa un milione di euro in meno rispetto a Ragusa, per una spesa complessiva pari a poco meno di cinque milioni e duecentomila euro. Il centro aretuseo si piazza invece nella prima parte della classifica per le bollette di acqua, per cui nel 2020 ha speso  971mila euro. Aumenta di oltre trecentomila euro, invece, la spesa per consumo di gas che, comunque, rispetto agli altri comuni è un ottimo risultato.  

Caltanissetta – Rating 48 – Acqua: A; Energia Elettrica: BBB; Gas: BBB.
Pessimi risultati che fanno sfiorare al centro Nisseno l’ultima categoria, sono quelli ottenuti per il gas, in cui si superano i 462mila euro e per l’energia elettrica per cui Caltanissetta ha speso quasi due milioni di euro. Ultima tra le migliori, invece, per quant riguarda le bollette dell’acqua, per cui sono stati spesi poco più di 260mila euro. 

Agrigento – Rating 20 – Acqua: BB; Energia Elettrica: AA; Gas: AAA.
Premiato con una tripla A, il comune ha speso solo 37mila euro per bollette del gas mentre, pur mantenendosi su bassi livelli, ha speso 473mila euro di acqua. Tra i migliori anche nella spesa per energia elettrica pari a 527mila euro. 

Messina – Rating 12 – Acqua: AAA; Energia Elettrica: BB; Gas: AAA.
Sullo Stretto, rispetti agli altri servizi essenziali, si spende molto di più in energia elettrica: quasi sei milioni di euro che per poco non la avvicinano a Ragusa. Ottimi risultati, invece, per quanto riguarda la spesa in acqua e gas, rispettivamente calcolata in 411mila euro e 54mila euro. 

Catania – Rating 8 – Acqua: A; Energia Elettrica: AA; Gas: AAA.
Il centro Etneo si trova tra i primi posti in classifica e per i tre comparti considerati, guadagna solo A. La spesa inerente ai consumi di gas si aggira intorno ai 35mila euro, quella relativa all’energia elettrica sfiora i 2 milioni e mezzo di euro e per l’acqua il comune ha speso poco più di due milioni.   

Trapani – Rating NC – Acqua: NC; Energia Elettrica: B; Gas: AAA. 
Situazione più complicata nel Trapanese a cui, in mancanza del dato a spesa per le bollette dell’acqua, non è stato possibile attribuire alcun punteggio. Sulla scorta dei dati in possesso della fondazione Gari, si stima che abbia speso poco meno di mille euro in gas e oltre quattro milioni di euro in energia elettrica. 

La fotografia scattata dalla fondazione potrebbe cambiare a breve. Con un nuovo maxi-decreto, il governo ha stanziato 5,8 miliardi che copriranno il secondo trimestre fino a fine giugno. L’iva sul gas verrà ridotta al cinque per cento con un taglio di oltre 400 milioni sugli oneri di sistema. Tre, invece, i miliardi stanziati per azzerare gli oneri sull’elettricità. Si prevedono 500 milioni per 3,5 milioni di famiglie, sebbene il taglio nella bolletta di luce, gas e acqua sia previsto per le famiglie in condizioni di disagio economico e per i nuclei familiari numerosi. Mentre per il credito di imposta a favore delle imprese energivore, già sperimentato nel decreto Sostegni-ter, sono stanziati 700 milioni. Per chi produce gas vengono destinati oltre 500 milioni. Per mantenere gli ospedali agli Enti locali spetteranno 400 milioni di euro, mentre per garantire la continuità dei servizi i Comuni godranno di 300 milioni. La strategia energetica dell’esecutivo Draghi, che vale complessivamente sei miliardi di euro, però, non azzera i rincari. «Rispetto al 2019 – si legge nella nota della Cgia, l’associazione artigiani e piccole imprese di Mestre – per il primo semestre di quest’anno ci sarà un aumento del costo delle bollette di luce e gas di 33,9 miliardi di euro, di cui 15,4 in capo alle famiglie e 29,4 alle imprese».


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